Prosegue l’impegno per contrastare l’invasione del granchio blu nell’Alto Adriatico, un problema che minaccia gravemente l’ecosistema locale e le produzioni ittiche, in particolare le vongole e le cozze. In questo contesto, il progetto Interreg Italia-Slovenia BlueCrab sta assumendo un ruolo fondamentale nella protezione della biodiversità delle zone lagunari, attraverso una serie di interventi mirati per monitorare e gestire l’invasione del granchio blu, coinvolgendo istituzioni, operatori della pesca e comunità locali.
Un impegno transfrontaliero
Il progetto BlueCrab è cofinanziato dall’Unione Europea e mira a sviluppare un sistema innovativo di monitoraggio, sorveglianza e gestione sostenibile delle aree colpite dall’invasività del granchio blu. Il partenariato transfrontaliero include diverse realtà istituzionali e scientifiche, tra cui la Regione Veneto, Confcooperative Unione Regionale del Veneto, Coldiretti Venezia, l’Università degli Studi di Trieste, il National Institute of Biology della Slovenia e il Comune di Capodistria, con il supporto anche della Regione Friuli Venezia Giulia e altre agenzie regionali.
Il progetto a 25%
Ad oggi, il progetto ha completato il 25% del suo percorso, che si concluderà nel 2026. Il budget totale è di oltre 1 milione di euro, con una significativa partecipazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). La Fiera dell’Alto Adriatico a Caorle è stata l’occasione per fare il punto sui progressi raggiunti e sulle azioni future, che si integrano con il Piano straordinario per combattere il granchio blu, recentemente presentato dal Commissario Straordinario Nazionale, Enrico Caterino.
Il progetto per un futuro sostenibile
Il progetto BlueCrab si focalizza sullo sviluppo di pratiche di pesca selettive e sull’adozione di tecnologie innovative per monitorare e gestire la diffusione del granchio blu. Inoltre, prevede la creazione di un osservatorio permanente per monitorare gli studi scientifici ed economici legati all’invasione del granchio e alla sua gestione. La collaborazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia è essenziale per raccogliere dati, condividere conoscenze e sviluppare soluzioni condivise per proteggere l’ambiente e le risorse ittiche.
Gli interventi scientifici
Gli esperti coinvolti nel progetto, come la professoressa Chiara Manfrin dell’Università di Trieste, stanno raccogliendo dati cruciali per comprendere la diffusione del granchio blu nelle acque dell’Alto Adriatico. I campioni di granchio blu provenienti da diverse aree lagunari sono analizzati per studiare la loro migrazione, le loro abitudini alimentari e i loro ambienti riproduttivi. I dati raccolti sono essenziali per implementare strategie efficaci di controllo.
L’appello delle istituzioni
Durante l’evento a Caorle, sono intervenuti anche rappresentanti istituzionali, tra cui il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha sottolineato la gravità della situazione. “Il granchio blu è una specie molto aggressiva che sta devastando l’80% delle produzioni di vongole e cozze e minaccia la piccola pesca in laguna,” ha dichiarato Zaia, evidenziando la necessità di investimenti per proteggere un comparto che è fondamentale per l’economia di oltre 1400 famiglie in Veneto.
Le difficoltà economiche e le soluzioni
Nonostante gli sforzi, la situazione resta critica, con alcune aziende pronte a chiudere per mancanza di reddito. Tuttavia, l’iniziativa del progetto BlueCrab, unita alle azioni delle istituzioni e degli apicoltori, sta contribuendo a tenere sotto controllo la situazione e a tutelare la biodiversità dell’Alto Adriatico.