PADOVA – Il 19 giugno 2025, presso l’Opera Immacolata Concezione (OIC) di Padova, è stato presentato il Progetto di qualificazione professionale degli operatori di assistenza familiare — comunemente chiamati “badanti” — con capofila Enaip Veneto, ente di riferimento per la formazione nel settore welfare e assistenziale.
Un progetto innovativo per rispondere alle sfide del welfare veneto
Finanziato dalla Regione del Veneto con un milione di euro proveniente dai fondi FSE+, il progetto è il primo a mettere in rete oltre 50 realtà del territorio tra enti pubblici, associazioni, università e operatori del welfare, con l’obiettivo di qualificare e valorizzare la figura dell’assistente familiare.
Questa iniziativa nasce dall’esigenza di rispondere all’invecchiamento demografico della regione: secondo l’Istat, nel 2050 gli over 80 in Veneto saranno 663mila, pari al 14% della popolazione, con un aumento significativo della domanda di assistenza a domicilio.
Sfide della professione e obiettivi del progetto
Il progetto affronta le criticità del settore: carenza di formazione adeguata, condizioni lavorative precarie, scarsa tutela contrattuale, basso riconoscimento sociale e isolamento professionale.
Il duplice scopo è dunque potenziare le competenze tecniche e relazionali degli operatori, promuovere un lavoro regolare e di qualità e rafforzare l’integrazione degli assistenti familiari nella rete dei servizi territoriali, migliorando nel contempo l’offerta assistenziale per anziani, disabili e non autosufficienti.
Dati e numeri sul mercato del lavoro degli assistenti familiari
Nel 2023 i badanti regolari in Veneto sono stati 35.915, pari al 56,4% dei lavoratori domestici, in lieve calo rispetto all’anno precedente. Le province di Padova e Verona registrano il maggior numero di contratti regolari, rispettivamente 7.391 e 7.055, con un’incidenza più alta rispetto alla media regionale.
Si stima tuttavia che altre 35-40mila persone operino senza contratto, evidenziando un problema di precariato ancora diffuso.
Il corso e-learning per la formazione professionale
Tra le iniziative previste, un corso gratuito di formazione e aggiornamento in modalità e-learning, con 60 ore divise in quattro moduli, accessibile da pc, tablet e smartphone.
Il percorso coinvolgerà fino a settembre 2026 circa 820 partecipanti, che apprenderanno competenze quali assistenza nelle attività quotidiane, integrazione sociale, preparazione pasti e cura dell’igiene personale e ambientale.
Il corso sarà corredato da test di autovalutazione e, al termine, i partecipanti riceveranno un attestato valido per l’iscrizione al Registro regionale degli assistenti familiari e un voucher di 300 euro.
L’obiettivo è rendere questo percorso uno standard formativo minimo e propedeutico all’ingresso nella professione.
Supporto individuale e approfondimenti sul territorio
Per facilitare la partecipazione, sarà offerto un accompagnamento individuale di 12 ore con orientamento e counseling.
Da settembre, Enaip Veneto e i partner organizzeranno circa 80 iniziative in presenza tra seminari, workshop e focus group, oltre a 24 webinar per consolidare le competenze e promuovere il progetto.
Saranno inoltre realizzate due attività di ricerca da parte delle università di Padova e Ca’ Foscari su integrazione nelle reti territoriali e regolarità del lavoro.
Le dichiarazioni dei protagonisti
Giorgio Sbrissa, amministratore delegato di Enaip Veneto, ha sottolineato il ruolo primario dell’ente nella formazione sociosanitaria e l’importanza di rispondere ai bisogni emergenti della società e del welfare.
L’assessore regionale Valeria Mantovan ha evidenziato come il progetto sia una sfida per migliorare la qualità di vita degli anziani e disabili, attraverso una formazione accessibile e flessibile degli assistenti familiari, mirando a un sistema di assistenza più inclusivo e qualificato.
Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità e sociale, ha ricordato l’importanza della domiciliarità e del sostegno ai caregiver, con un contributo economico regionale per chi assiste anziani non autosufficienti.
Enrico Di Pasquale della Fondazione Leone Moressa ha richiamato l’attenzione sull’inverno demografico e sul crescente fabbisogno di lavoro di cura, sottolineando il ruolo predominante delle donne migranti nel settore, spesso in condizioni precarie.
Infine, il futurista Francesco Brunori ha invitato a considerare i cambiamenti futuri come opportunità da preparare, immaginando nuovi modelli di welfare e professioni emergenti per affrontare le sfide demografiche e sociali.