La proposta di referendum sulla cittadinanza italiana potrebbe portare a un cambiamento significativo nel panorama legislativo del nostro Paese.
Infatti, l’obiettivo del Referendum è quello di ridurre il periodo di residenza legale richiesto per avanzare la domanda di cittadinanza italiana da 10 a 5 anni.
In caso di vittoria del referendum questo potrebbe trasformare la vita di milioni di persone che, pur vivendo e contribuendo attivamente in Italia, non godono dei diritti dei cittadini italiani.
Cosa propone il referendum?
Il quesito referendario mira a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992, ritornando a una situazione simile a quella in vigore dal 1865 al 1992.
In questo periodo, infatti, erano sufficienti 5 anni di soggiorno legale per richiedere la cittadinanza italiana. Tale proposta vuole eliminare una penalizzazione introdotta con la legge n. 91/1992, considerata irragionevole nei confronti dei cittadini extra UE.
La riforma non solo dimezzerebbe gli anni di residenza legale necessari, ma prevede che la cittadinanza, una volta ottenuta, venga automaticamente trasmessa ai figli minorenni.
Questo elemento è di particolare importanza per circa 2,5 milioni di persone che risiedono legalmente in Italia e che, nonostante il loro contributo alla società, sono ancora escluse da una piena integrazione giuridica e sociale.
I vantaggi concreti della cittadinanza italiana
Ottenere la cittadinanza italiana significa accedere a una serie di diritti e opportunità che altrimenti rimangono preclusi.
Tra i principali vantaggi, troviamo:
- Partecipazione alla vita politica: il diritto di voto, sia a livello locale che nazionale, rappresenta un elemento cruciale per una vera integrazione.
- Accesso ai concorsi pubblici: l’acquisizione della cittadinanza permette di partecipare a concorsi pubblici, ampliando le opportunità lavorative.
- Rappresentanza internazionale: la possibilità di rappresentare l’Italia in competizioni sportive senza restrizioni.
- Facilitazioni per lo studio e il lavoro all’estero: la cittadinanza italiana apre le porte a percorsi educativi e professionali in tutta l’Unione Europea.
Un confronto con ius soli e ius scholae
È importante chiarire le differenze tra il referendum proposto e altri modelli di acquisizione della cittadinanza, come lo ius soli e lo ius scholae.
- Ius soli: riguarda coloro che nascono in Italia, una platea stimata di circa 500.000 persone all’anno.
- Ius scholae: si applica a chi completa un ciclo di studi di almeno 5 anni nel sistema scolastico italiano, coinvolgendo circa 135.000 persone all’anno.
- Proposta del referendum: interessa chi risiede legalmente in Italia da almeno 5 anni e i relativi figli minorenni, includendo circa 2,5 milioni di persone.
Questa proposta è quindi più inclusiva e tiene conto di una vasta platea di individui che vivono stabilmente in Italia.
La cittadinanza non è automatica: cosa rimane invariato?
Un punto fondamentale del referendum è che la concessione della cittadinanza non avverrà in modo automatico. Rimarranno invariati i requisiti già previsti dalla normativa vigente, tra cui:
- Conoscenza della lingua italiana.
- Possesso di un reddito consistente negli ultimi anni.
- Incensuratezza penale.
- Rispetto degli obblighi tributari.
- Assenza di cause ostative legate alla sicurezza della Repubblica.
Questi criteri garantiscono che la cittadinanza sia concessa a chi ha dimostrato un reale legame con il Paese e una volontà di integrarsi nella società italiana.
L’Italia e il panorama europeo
A livello europeo, l’Italia si distingue per avere uno dei termini di residenza più lunghi per l’ottenimento della cittadinanza.
La Germania, ad esempio, ha recentemente approvato una legge che riduce il periodo richiesto a 5 anni, riconoscendo il contributo significativo che i cittadini stranieri apportano alla crescita del Paese.
Con l’approvazione di questo referendum, l’Italia si allineerebbe alla maggioranza delle normative europee, promuovendo un modello di inclusione che porta benefici economici e sociali.
Il ruolo dell’avvocato per la cittadinanza italiana
Sia ora sia in caso di un cambiamento dovuto a un eventuale esito positivo del referendum, la cittadinanza italiana tramite avvocato è sicuramente una delle soluzioni migliori per riuscire a ottenerla ed essere sicuri di avere dalla propria parte il supporto di un legale esperto in materia.
Infatti, date le complessità della normativa e il percorso burocratico che rimane necessario per ottenere la cittadinanza, è bene farsi affiancare da un avvocato che sia esperto in materia di richiesta della cittadinanza italiana.
Un avvocato esperto, inoltre, può offrire consulenza personalizzata, assistere nella raccolta dei documenti necessari e garantire che ogni fase del processo venga gestita correttamente.
In particolare, l’avvocato per la cittadinanza italiana può:
- Verificare i requisiti di residenza e reddito.
- Preparare la documentazione necessaria, come certificati di nascita e atti giudiziari.
- Rappresentare il richiedente in caso di ritardi o problematiche burocratiche.
- Fornire supporto legale in situazioni di rigetto della domanda.
Il referendum sulla cittadinanza italiana sicuramente potrebbe rappresentare un passo avanti verso una società più equa e inclusiva.
La riduzione degli anni di residenza legale richiesti e il riconoscimento dei diritti ai figli minorenni costituiscono un segnale di progresso e allineamento anche con altri paesi europei.
Tuttavia, al momento e anche in futuro, per riuscire ad affrontare al meglio il percorso burocratico è importante affidarsi a un avvocato esperto.