La riforma della giustizia
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che la tanto attesa riforma della giustizia sarà varata entro l’estate. Durante le sue comunicazioni al Senato, Nordio ha affrontato il tema del “pm superpoliziotto”, sottolineando che tale figura già esiste nel sistema attuale con enormi poteri e scarsa responsabilità. Ha evidenziato come i pubblici ministeri, oltre a dirigere le indagini, possano crearle attraverso pratiche discutibili come la clonazione dei fascicoli, causando danni finanziari e operativi nel campo della giustizia.
Nordio ha enfatizzato l’unità di intenti nella coalizione che ha sottoscritto il testo della riforma, assicurando che essa verrà completata entro l’estate. Ha sottolineato l’importanza della separazione delle carriere come obbligo verso gli elettori e ha ribadito che il sorteggio dei giudici è una pratica consolidata nel sistema giuridico italiano. Ha anche respinto l’accusa di sottoposizione del pubblico ministero all’esecutivo, affermando che la riforma mira a rafforzare il ruolo del giudice.
Nordio ha respinto le critiche sulla presunta perdita di indipendenza dei pubblici ministeri, sottolineando che la riforma non prevede un controllo esecutivo sul pm. Ha invitato alla lettura approfondita del testo legislativo per comprendere le modifiche proposte e ha escluso la possibilità di amnistia come soluzione al sovraffollamento carcerario, definendola un segnale di debolezza dello Stato.
Amnistia
Nordio ha chiarito che la lotta al sovraffollamento carcerario avviene in tre direzioni e che non sono previste amnistie. Ha evidenziato i progressi nella riduzione dell’arretrato civile pendente fino al 2019, con percentuali di successo significative raggiunte entro il 2024.