San Vito al Tagliamento, 24 febbraio 2021 – Vertice in municipio a San Vito al Tagliamento per fare il punto sulla realizzazione del nuovo istituto penitenziario del Friuli Occidentale.
Per il Sindaco Antonio Di Bisceglie è stata l’occasione per ribadire uno dei temi forti su cui questa Amministrazione comunale si impegna da tempo e che attende però oggi ancora risposte certe sulla ripresa dei lavori. Una condivisione d’intenti espressa dagli ospiti presenti e cioè la responsabile del Provveditorato alle opere pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, dottoressa Cinzia Zincone, il Prefetto di Pordenone, dottor Domenico Lione, il dirigente della direzione generale dell’Edilizia penitenziaria presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, onorevole Gaetano Pellegrino, oltre che il responsabile del procedimento, ingegnere Ernesto Luca Iovino.
“Dall’incontro è emerso che siamo ancora in attesa della pubblicazione della sentenza riferita all’ultimo ricorso in ordine di tempo, quello di ottemperanza, presentato davanti ai giudici dall’Impresa Pizzarotti – spiega il Sindaco Antonio Di Bisceglie -: è solo con la lettura del dispositivo che si potrà comprendere se e con quali modalità il cantiere relativo all’istituto penitenziario potrà riprendere”.
L’intervento relativo al futuro carcere da 300 posti nell’ex sito militare di via Divisione Garibaldi attende ancora indicazioni definitive dopo che lo scorso giugno era stato accertato lo stato di consistenza con l’impresa che aveva originariamente vinto l’appalto ovvero l’Associazione temporanea di imprese Kostruttiva-Riccesi. Atto che ha fatto seguito alla sentenza della Corte di Cassazione gennaio 2020 che ha definitivamente chiarito che è l’Impresa Pizzarotti di Parma la realtà subentrante al contratto per la costruzione della struttura che sorgerà al posto dell’ex caserma.
Con il Verbale di consistenza lavori, nel concreto si è verificato quanto realizzato dall’Associazione temporanea di imprese inizialmente aggiudicataria dell’appalto così da quantificare il dovuto. Al contempo, il Provveditorato è rientrato in possesso del bene demaniale. Un passaggio necessario prima della futura stipula del contratto con la nuova impresa risultata subentrante, ovvero la Pizzarotti, un colosso con un portafoglio ordini da 13 miliardi di euro, arrivata inizialmente seconda nella gara.
Ma il nodo ancora da sciogliere e per il quale si attende di leggere la sentenza dei giudici, sono le modalità di subentro di Pizzarotti perché le condizioni economiche sono ben differenti. Pizzarotti aveva offerto in gara d’appalto un ribasso dell’1 per cento, mentre l’Ati Kostruttiva-Riccesi aveva presentato un ribasso di circa il 25 per cento. Si parla di un delta economico, compreso di Iva e altro, di circa 8 milioni di euro. Su questo tema l’Impresa Pizzarotti ha presentato lo scorso anno ricorso per ottemperanza al Consiglio di Stato: nella sostanza chiede di stipulare il contratto in base alle condizioni previste dalla propria offerta tecnica ed economica, progettazione compresa.
Ed è su questo punto che si attende quanto prima una svolta, mentre il Friuli occidentale ha sempre più necessità di una struttura penitenziaria per rispondere alle carenze croniche di capienza e igienico sanitarie del carcere di piazza della Motta. Dati alla mano, l’antico castello, che registra un tasso di affollamento che sfiora il 190 per cento con disagi davvero pesanti innanzitutto per il personale penitenziario.
Il Sindaco Di Bisceglie ha quindi ribadito “la necessità di addivenire a una definizione della vicenda in tempi celeri, in modo da riprendere l’iter realizzativo del nuovo carcere”. Sempre durante il vertice in municipio, “è emerso un altro elemento importante e cioè è la ferma determinazione dei presenti, in particolare del Provveditore alle opere pubbliche, di procedere quanto più speditamente alla ripresa dei lavori”.
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