Non si erano mai visti tanti turisti a fine settembre a Sappada: ce ne erano almeno tremila oggi accorsi, nel week end, per partecipare a Sappamukki, la festa del rientro delle mucche dall’alpeggio, l’ultimo evento della stagione turistica della località montana organizzato dall’associazione sportiva di sci nordico Camosci in collaborazione con il consorzio turistico Sappada Dolomiti e la Proloco.
In una meravigliosa giornata dalle temperature estive, un corteo di mucche, poco meno di un centinaio, abbellite con ghirlande di fiori e vistose e colorate campane, accompagnate dai pastori, dalla banda di Sutrio, da cinquanta figuranti vestiti con gli abiti dell’antica civiltà contadina che a loro volta avevano con sé capre, galline, asini e cavalli e dai tanti turisti, è partito alle 10.30 dalla chiesa di Santa Margherita, ha attraversato prima la via centrale di Sappada e per poi addentrarsi nella borgata antica della località e giungere infine nell’area dei festeggiamenti allestita nella zona del campo sportivo.
Le mucche, al termine della sfilata, sono state condotte nei prati adiacenti alla festa e i turisti hanno potuto visitare il mercatino artigianale organizzato per l’occasione, che ospitava 20 produttori del settore agro alimentare provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia e gustare i piatti della tradizione gastronomica locale proposti nel tendone dai volontari della festa.
La musica del nuovo gruppo folk composto da giovani musicisti di Sappada, i Plodar Krainer, ha intrattenuto i tanti turisti visibilmente entusiasti della giornata che si sono trattenuti fino al tramonto.
Soddisfatto per la riuscita dell’evento e della massiccia partecipazione di ospiti il presidente dell’associazione Camosci Massimo Casciaro che ha dichiarato “Siamo felici di aver ridato vita ad una delle feste più belle di Sappada”.
L’assessore al turismo Silvio Fauner, in una nota, ha ringraziato gli organizzatori per l’ottima riuscita dell’evento e tutti i volontari per l’impegno profuso durante l’intera la stagione estiva, nel promuovere la tradizione locale rendendo così più piacevole e autentica l’accoglienza sappadina.
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