BELLUNO – Lunedì 13 gennaio, i lavoratori metalmeccanici della provincia di Belluno sciopereranno per 8 ore e organizzeranno un presidio dalle 10 alle 12 davanti alla sede di Confindustria Belluno. La protesta arriva a seguito della rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Federmeccanica-Assistal, che lo scorso 12 novembre non ha portato a nessun accordo.
La piattaforma unitaria e le richieste dei sindacati
Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno proclamato l’astensione dal lavoro a sostegno della piattaforma unitaria che propone un aumento salariale di 280 euro in tre anni, orari di lavoro ridotti a 35 ore settimanali a parità di salario, incentivi per la stabilizzazione dell’occupazione, e misure di welfare aziendale per migliorare la conciliazione vita-lavoro. Tra le richieste anche l’aumento delle ore dedicate alla formazione professionale, da 8 a 16 ore, e maggiori tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Le risposte delle associazioni datoriali
Le richieste sindacali, però, sono state respinte da Federmeccanica e Assistal, che hanno proposto solo 173 euro in quattro anni e un peggioramento del meccanismo salariale, posticipando i pagamenti nei casi di scostamenti tra inflazione prevista e consuntivata. Non c’è stata apertura su tematiche come la riduzione dell’orario di lavoro, lo smart working, la stabilizzazione dei contratti precari e la formazione professionale.
La protesta e le motivazioni
I sindacati hanno denunciato il comportamento di Federmeccanica e Assistal come inaccettabile, sottolineando che le contropartite proposte non rispondono alle sfide economiche e sociali del settore metalmeccanico. I rappresentanti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno quindi deciso di proclamare lo stato di agitazione e di manifestare a difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.