Oltre cinquanta tra imprese, enti di ricerca e università hanno preso parte venerdì scorso all’Innovation Ecosystem Day organizzato a Vicenza da SMACT Competence Center. L’incontro, articolato in tre workshop di lavoro e un tavolo di networking, ha visto confrontarsi i partecipanti sulle innovazioni tecnologiche più prossime ad essere trasferite per diventare progetti realizzabili. In particolare, sono stati avviati focus sull’intelligenza artificiale, sulle tecnologie per la sostenibilità e sull’automazione collaborativa, tre aree che saranno al centro dei bandi IRISS 2023 di prossima pubblicazione.
«È stato davvero un piacere poter vedere riuniti i soci e i partner SMACT in questo evento, giunto ormai alla terza edizione», ha detto il presidente di SMACT, Massimo Guglielmi. «In momenti come questi, il valore del networking e del fare sistema è davvero percepibile e racconta del lavoro fatto in questi anni da SMACT. Essere parte di un ecosistema significa poter accedere a competenze, esperienze e asset che permettono a ciascuno di crescere, condividendo a sua volta valore. Soprattutto, mi piace sottolineare la piena e fondamentale partecipazione del mondo accademico e della ricerca, che vogliamo sempre più far avvicinare alle aziende, presentando progetti e testimonianze concrete».
«È stata l’occasione per ritrovarsi con soci e partner dell’ecosistema SMACT», ha spiegato il direttore generale di SMACT Matteo Faggin, «per aggiornarsi sugli ultimi trend nell’innovazione digitale delle imprese, dalla cobotica alla sostenibilità, all’intelligenza artificiale generativa, e fare il punto sulle imminenti opportunità del PNRR che vedono SMACT come soggetto attuatore in grado di cofinanziare per 15 milioni i progetti di innovazione e formazione delle imprese: finalmente il PNRR arriva alla concretezza di aiutare le imprese in transizione digitale ed ecologica con le migliori competenze disponibili per accompagnarle, quelle delle università e quelle dei partner industriali SMACT».
Il tavolo dedicato all’AI generativa, che ha visto le relazioni dei professori Andrea Albarelli (Ca’ Foscari) e Giuseppe Serra (Udine), ha affrontato uno dei temi più discussi del momento: la possibilità di generare testi, codice, immagini, video e ora anche oggetti 3D grazie all’intelligenza artificiale. Il grande entusiasmo generato da ChatGPT non deve però trarre in inganno: sono ancora tanti i nodi da affrontare nell’utilizzo di queste tecnologie, soprattutto bisogna prestare attenzione all’accuratezza e alla veridicità dell’output. Risultati migliori si possono ottenere con analoghe reti neurali addestrate su dataset più limitati e coerenti rispetto all’insieme dei contenuti presenti in rete e bisogna procedere nel senso dell’explainability dell’AI, ovvero nella capacità di capire il suo funzionamento. Dalle aziende sono emersi diversi use case di utilizzo interno: riassunti, commento al codice, analisi di immagini, formazione, suggerimenti di testi soprattutto in campo marketing.
Il tavolo di lavoro incentrato sulle tecnologie innovative per la sostenibilità ha consentito di fare il punto sul macro-tema della supply chain e su quali attività mettere in campo per migliorarla nell’ambito della sostenibilità ambientale, soprattutto in un’ottica di economia circolare. Sara Toniolo, docente di Production Management dell’Università di Verona, ha ribadito l’importanza per l’impresa di attuare un’efficace Lifecycle Assessment, un’analisi dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, di un servizio o di un processo interno alla propria organizzazione e della relativa carbon footprint. Grande attenzione al tema da parte delle aziende, molte delle quali avevano già avviato assessment sui propri edifici produttivi, sulla propria logistica o su packaging e prodotti, anche per la sempre crescente consapevolezza sul tema da parte delle nuove generazioni di consumatori e per le richieste di certificazioni provenienti da clienti internazionali di grandi dimensioni. Gabriele Orazi, ricercatore del Dipartimento di Matematica e Computer Science dell’Università di Padova, ha poi presentato un progetto di ricerca finalizzato al riutilizzo di prodotti chimici di scarto e alla creazione di un circolo virtuoso che consenta all’utilizzatore di ridurne al minimo l’impatto ambientale. Tramite l’utilizzo di tecnologie come IoT e blockchain è possibile infatti tenere traccia del ciclo di vita di prodotti come diluenti, resine e acidi, inserendo dei sensori smart che misurino da remoto la quantità di prodotto e incentivando la restituzione dei contenitori con residui di prodotto all’interno, evitando così che lo stesso finisca smaltito impropriamente.
Il terzo tavolo ha affrontato il tema dell’automazione collaborativa, in particolare la robotica e le sue applicazioni industriali. Si tratta di una tecnologia in espansione, per quanto ancora di nicchia, ha spiegato il professor Giulio Rosati dell’Università di Padova. Nel mondo vengono installati ogni anno circa 450 mila robot, di questi solo 6-7% sono di tipo collaborativo, cioè in grado di operare accanto alle persone. In Italia queste percentuali sono ancora ridotte, ma ci sono grandi potenzialità per un settore che promette di liberare dai compiti più gravosi e ripetitivi, permettendo alle persone di concentrarsi sulle attività più creative e a maggiore valore aggiunto. Attraverso i robot collaborativi è possibile ‘umanizzare la manifattura’ ha sintetizzato il professor Luigi Palopoli dell’Università di Trento, a patto di riuscire a combinare le diverse esigenze industriali: produttività, economicità, sicurezza e relazioni tra addetti e robot. Le caratteristiche dell’automazione collaborativa consentiranno di avvicinare la manifattura alla cosiddetta Industria 5.0 ovvero la produzione di servizi con un alto tasso di personalizzazione.
Nel corso dell’Innovation Ecosystem Day sono stati anticipati i contenuti del bando IRISS 2023 attraverso il quale SMACT, soggetto attuatore del Pnrr per la M4C2 Inv. 2.3, prevede di co finanziare progetti di ricerca e di innovazione delle imprese per 10 milioni di euro in 8 ambiti di intervento: IoT, Data management & Security, Artificial Intelligence, Advanced Automation, Digital Twin, Agri & Food tech, Smart city, building & construction.
SMACT Competence Center
SMACT è uno degli 8 Centri di Competenza industria 4.0 nati in Italia su impulso del Ministero dello Sviluppo Economico. È una partnership pubblico-privata che mette a sistema le competenze in ambito 4.0 della ricerca, dei provider di tecnologie e delle imprese early adopter. Nasce nel Triveneto raggruppando stakeholder con capacità ed esperienza nella Digital Transformation, per permettere all’intero sistema produttivo e sociale di affrontare il futuro e creare valore. SMACT è un ecosistema per la creazione e condivisione di valore nei processi di digital transformation delle imprese, che intende instaurare un circolo virtuoso in cui l’approccio Digital First possa trovare bilanciamento nell’approccio Human Centered, facendo “toccare con mano” i benefici della transizione digitale.
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