BASSANO DEL GRAPPA (VI) – “Giulia Tramontano, Mariella Anastasi, Giulia Cecchettin: chi meritava di più di essere uccisa?”. È questa la domanda agghiacciante comparsa in un sondaggio diffuso in una chat WhatsApp tra studenti di una scuola superiore di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Il contenuto, ritenuto scioccante e inaccettabile, è stato reso pubblico dall’associazione Women For Freedom, da anni impegnata nella lotta contro la violenza di genere.
«Non è una bravata. È un gesto carico di crudeltà, di insensibilità, di mancanza totale di empatia», si legge nel post social dell’organizzazione. «Dietro quelle tre vite spezzate ci sono famiglie, dolore, una ferita aperta nella nostra società. Ogni volta che si minimizza o si ride su questi temi, si contribuisce a normalizzare il femminicidio. Non basta dire ‘sono ragazzi’».
Le parole di Luisa Rizzon
La presidente di Women For Freedom, Luisa Rizzon, ha invitato tutti a una riflessione collettiva. «Ciascuno può fare qualcosa: il cambiamento parte dalle parole, dai gesti quotidiani, dall’eliminazione degli stereotipi. Serve una vera educazione al rispetto nelle scuole».
L’associazione ha scelto di non identificare la scuola né gli autori del sondaggio, ritenendo che la gestione debba essere affidata agli insegnanti, alla classe e alle famiglie. «Siamo disponibili a un confronto con i docenti, nel rispetto dell’anonimato», ha precisato Rizzon.
Il commento di Luca Zaia
Anche il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha commentato con fermezza l’accaduto. «Suscita sgomento solo pensare che simili contenuti possano circolare tra giovani studenti. È un episodio che solleva interrogativi profondi sul percorso educativo che stiamo offrendo», ha dichiarato.
Zaia ha auspicato l’adozione di provvedimenti qualora emergano profili penalmente rilevanti: «Le parole hanno un peso, anche nei contesti virtuali. È essenziale promuovere una cultura del rispetto fin dalle scuole. Ai ragazzi coinvolti rivolgo un invito alla consapevolezza e alla responsabilità».