Venezia – L’invecchiamento della popolazione in Veneto sta mettendo a dura prova la capacità di spesa delle amministrazioni comunali per i servizi sociali destinati agli anziani e alle persone non autosufficienti. Questo il tema centrale emerso dal convegno sulla “Spesa delle amministrazioni comunali per anziani e persone non autosufficienti” organizzato da Anp Veneto (Associazione Nazionale Pensionati) e Cia Veneto. L’incontro ha visto la partecipazione di Sonia Brescacin, presidente della V Commissione Regionale Sanità, e di Elisa Venturini, vicepresidente di Anci Veneto, oltre ai vertici delle due associazioni organizzatrici.
Disparità tra i Comuni veneti nella spesa sociale
Nel suo intervento, Fernando Bacciolo, presidente di Anp Venezia, ha sottolineato come l’invecchiamento della popolazione stia incidendo pesantemente sui bilanci comunali per i servizi sociali, con differenze significative tra i vari Comuni della provincia di Venezia. Secondo lo studio presentato durante il convegno, realizzato dalla professoressa Ylenia Brilli di Ca’ Foscari, alcune amministrazioni hanno incrementato gli stanziamenti per il sociale tra il 2020 e il 2022, come i Comuni di Fossò, Camponogara e Fossalta di Piave, mentre altri, come Musile, San Donà e Cavarzere, hanno registrato una contrazione. Nonostante ciò, Venezia si distingue per avere la spesa sociale pro-capite più alta per la fascia di popolazione sopra i 65 anni, un dato che evidenzia la crescente domanda di servizi sociali in questa fascia di età.
Servizi per anziani: difficoltà nell’accesso
Durante l’incontro sono state analizzate le due principali tipologie di servizi offerti dai Comuni: l’assistenza sanitaria e socio-assistenziale a domicilio e i servizi erogati nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e nei centri anziani. Tuttavia, nonostante la disponibilità di tali servizi, spesso il pubblico non riesce ad accedervi, principalmente a causa della scarsa disponibilità di risorse e della difficoltà nel garantire l’efficacia dei servizi stessi.
Il ruolo fondamentale delle associazioni di volontariato e delle cooperative
Bacciolo ha inoltre evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalle associazioni di volontariato e dalle cooperative sociali, utilizzate dal 95% dei Comuni intervistati per l’erogazione di servizi sociali. Queste realtà sono diventate un supporto cruciale nell’offrire assistenza, in particolare nei Comuni dove le risorse pubbliche non sono sufficienti a garantire una risposta adeguata alla domanda di servizi.
La sfida degli Ambiti Territoriali Sociali
Un altro tema trattato è l’attesa per l’avvio degli Ambiti Territoriali Sociali, che secondo Bacciolo, potrebbero rivoluzionare l’attuale panorama dell’assistenza sociale in Veneto, offrendo una risposta più integrata ed efficiente alle necessità delle persone non autosufficienti. Tuttavia, per rendere effettiva questa trasformazione, è necessario un aumento delle risorse, soprattutto alla luce dell’insoddisfacente aumento delle pensioni minime, che passano da 614 a 617 euro, un incremento definito quasi “offensivo” dai rappresentanti delle associazioni.
Un appello alla collaborazione tra i vari livelli di governo
L’assessore regionale Manuela Lanzarin è stata destinataria di un appello da parte di Anp, che ha raccolto più di 21.000 firme a difesa della sanità pubblica e per chiedere maggiore collaborazione tra i Comuni e i livelli di governo regionale e nazionale. La sinergia tra queste istituzioni è vista come essenziale per garantire un sistema di assistenza sociale e sanitaria adeguato alla crescente domanda, legata all’invecchiamento della popolazione e alla difficoltà economica.
Visiti spesso Nordest24? Ora puoi rimuovere tutta la pubblicità e goderti una lettura più piacevole, veloce e senza distrazioni. Clicca qui per maggiori informazioni