(Padova 30 ottobre 2023) Per i romani erano i maestri che insegnavano a leggere e scrivere la lingua classica, nel Medioevo erano gli amanuensi che ricopiavano gli antichi manoscritti, nel Cinquecento il nome indicava chi studiava le antichità e si occupava di cercare reperti antichi e preziosi per il suo signore o magari per sé. Solo nel Settecento gli antiquari divennero quelli compravano e vendevano oggetti antichi. Una sessantina di questi professionisti tra i più affermati in Italia, esporranno dal 4 al 12 novembre alla Fiera di Padova alla 39^ edizione di Antiquaria Padova, il cuitaglio del nastro avverrà (su invito) venerdì 3 novembre alle ore 18 al padiglione 1 della Fiera. Da molti anni consolidato appuntamento per il Nord Est e non solo, l’evento sarà luogo di confronto tra alcuni dei più rappresentativi antiquari italiani e contatto diretto con compratori, investitori, mercanti e appassionati di differenti forme artistiche di tutti i tempi. Padova è naturale bacino della tradizione storica e artistica della Serenissima nonché importante crocevia commerciale per mobili antichi ed espressioni dell’arte europea lungo le direttrici nord ed est.
“Questa mostra- mercato ha saputo imporsi nel panorama nazionale come punto fermo per l’incontro tra i collezionisti (ma anche quanti si affacciano per la prima volta su questo affascinante mondo) e i più affermati antiquari italiani che garantiscono la qualità delle proposte,” dice Nicola Rossi, presidente e amministratore delegato di Padova Hall SpA.
Nello stesso spazio convivono l’antiquariato di grande pregio e proposte decisamente più fruibili, in un’esposizione composta da manufatti artigianali e opere d’arte (quadri e sculture) che dal più lontano passato italiano ed europeo arrivano fino al Novecento: la mostra- mercato diventa quindi un percorso esperienziale che racconta la storia dell’arte e della manifattura dal Medioevo al Modernariato, attraversando quasi mille anni e moltissimi stili.
Grazie ad una sessantina di espositori in arrivo da Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto, in un raffinato allestimento Antiquaria Padova si presenta nel padiglione 1 della Fiera con antichi mobili, pregiati dipinti e sculture, porcellane, arti decorative, gioielli, tappeti di pregiata manifattura, tessuti, orologi, editoria specializzata, arte del restauro.
Da venerdì 10 a lunedì 13 novembre 2023 l’evento si svolgerà in concomitanza con ArtePadova, Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea che comprende Contemporary Art talent Show – sezione dedicata all’arte sotto i 5.000 euro. I visitatori avranno così l’opportunità di visitare in sei padiglioni con un unico titolo d’ingresso entrambe le manifestazioni organizzate dalla società padovana Nord Est Fair e sponsorizzate da Banca Mediolanum. Media partner Radio Company.
Informazioni su orari e diverse opzioni per i biglietti in prevendita: www.antiquariapadova.com, pagina Facebook dell’evento e pagina Instagram@antiquariapadova.
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: NEF Nord Est Fair srl. via A. Costa, 19 35124 Padova carlotta@fierenef.comwww.nordestfair.com (+39) 049 8800305 Fax (+39) 049 8800944
FOTO E MATERIALI PER LA STAMPA su www.antiquariapadova.com. e pagina Facebook
Ufficio stampa: Roberto Brumat 347 3020664 mail@robertobrumat.it www.robertobrumat.it
… Tra le opere in mostra
Gli antiquari di Antiquaria Padova arrivano da Pisa, Pistoia, Firenze, La Spezia, Matera, Sassari, Palermo, Napoli, Vicenza, Venezia, Verona, Padova, Treviso, Bergamo, Milano, Pesaro-Urbino, Modena, Udine, Repubblica di San Marino, Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Lecce, Torino. Tra quadri e sculture, nell’esposizione figurano anche queste opere segnalate dagli stessi espositori.
Allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio. Una sua rara opera. C’è un olio su tela presente ad Antiquaria Padova – Sacra Famiglia con San Giovannino e Santa Caterina d’Alessandria di Simone Peterzano (nato nel 1535 a Venezia da famiglia bergamasca e morto a Milano nel 1599) che rivela debiti e crediti di questo autore del Cinquecento veneziano: debiti nei confronti di Tiziano di cui fu giovanissimo allievo (la famiglia si trasferì a Venezia quando Simone era piccolo) e crediti verso Caravaggio di cui fu maestro a Milano. Nonostante sia stato di fama inferiore a Tiziano e Caravaggio, Peterzano mostrò grandi qualità di tardo manierismo e i suoi dipinti sono molto rari e quasi introvabili. L’opera presente in Fiera appartiene al periodo veneziano di Peterzano di cui restano pochi lavori soprattutto a Milano dove si trasferì trentenne. Il rapporto tra l’artista e Michelangelo Merisi (Caravaggio) iniziò il 6 aprile 1584 quando il dodicenne fu messo a bottega da Simone Peterzano con un contratto di 4 anni che prevedeva vitto, alloggio e insegnamento del mestiere di pittore per 24 scudi d’oro annui. (Luciano Brandina, Rimini)
La Madonna del Capriolo. Un raro importante olio su tavola di pioppo, di Domenico Capriolo (Venezia 1494 – Treviso 1528) che rappresenta la Madonna con Bambino. Capriolo, nato a Venezia nel 1494, lavorò in ambito veneto. Sue opere si trovano all’Ermitage di San Pietroburgo e in Galleria Borghese a Roma. A 34 anni fu assassinato dal patrigno. (Antiquariato Barbieri, Brescia)
Il bellunese allievo di Sebastiano Ricci. Il ratto di Dejanira, olio su tela di Gaspare Diziani o De Cian (nato a Belluno nel 1689 e morto a Venezia nel 1767) che a Venezia fu anche allievo di Sebastiano Ricci, finendo la sua carriera di pittore e scenografo al servizio del cardinal Pietro Ottoboni. Sue opere si trovano all’Ermitage di San Pietroburgo, alla Galleria nazionale d’arte di Washington, al Bowes Museum nel Regno Unito. (Studiolo, Milano)
Il fiore in bronzo di Gallé. Con lo sviluppo dei collegamenti commerciali marittimi tra Europa e Asia, nella seconda metà dell’Ottocento i francesi più ricchi iniziarono a collezionare arte asiatica. Tra loro c’era anche il vetraio- decoratore Emile Gallé che in una di queste collezioni notò un bronzo della dinastia GU, in cui intravide la corolla di un fiore. Rielaborò i particolari creando questo oggetto che doveva essere originariamente poggiato su uno zoccolo di marmo o di legno. Il raro elemento di arredo in bronzo a firma Gallé è alto 27 cm. ed è datato 1878. (Art Decoratif, Fiumicino Roma)
Scrittoio seicentesco. Scrittoio San Filippo – periodo ‘600 Centro Italia – in noce massello con 6 cassetti e ribalta. (Galleria Antiquaria Camellini, Modena)
Mobile lombardo con alzata. Della seconda metà del Settecento, un mobile lombardo con alzata ad angolo decorata ad intarsio. (Malomi, Bergamo)
Luigi XIV e Luigi XV, da Venezia a Roma. Coppia di cantonali veneti Luigi XIV (inizio del XVIII secolo) in legno intagliato e dipinto verde chiaro e celeste. Comò Luigi XV (Roma, prima metà del XVIII secolo) in legno intagliato e dipinto a fondo avorio con fianchi decorati da paesaggi e piano sagomato in legno laccato a imitazione del marmo. (Attilio Cecchetto, Treviso)
Bronzi degli anni Venti e Trenta. Scultura in bronzo del 1936 con slancio di uomo e cavallo, realizzata da Alberto Bazzoni (San Nicomede- Parma 1889 – Milano 1973), autore di statue e bassorilievi per la stazione di Milano e il Duomo di Parma. Arciere in bronzo, scultura francese del 1925. (Galleria 900, Reggio Emilia)
Lo scultore dei transatlantici (dal Roma alla Raffaello). Di Marcello Mascherini (Udine 1906 – Padova,1983) scultore e scenografo udinese celebre per le sue sculture sui transatlantici dagli anni ’30 ai ‘60, la fusione in bronzo Donna del fiume (1943). (Studiolo, Milano)
Bucintoro in oro. Modello in oro (in scala 1:25) del Bucintoro, la settecentesca nave da parata dei dogi veneziani. Ogni parte lignea e ognuna delle centinaia di sculture e statue sono state lavorate a mano in molti anni di lavoro. Dorature a mano in foglia d’oro zecchino 24 carati, velluti realizzati con antichi telai. (Ceschin Restauri, Conegliano – Treviso)
Tema sacro per l’eclettico pittore fiammingo. Lasciate che i bambini vengano a me, olio su tavola di Frans Francken II (Anversa 1581-1642), pittore fiammingo che realizzò soggetti molto diversi uno dall’altro. Sue opere si trovano al Kunsthistorisches Museum di Vienna, al Getty Museum di Los Angeles, al Prado di Madrid, al Louvre e alla Galleria Nazionale d’arte antica di Roma. (Andrisani Federico, Padova)
Specchiera e trumeau della Serenissima. Una specchiera veneziana in legno intagliato e scolpito, fregi e cimasa dorati con inserti in madreperla della metà del XVIII sec. Un trumeau veneziano lastronato in noce e radica di noce con piedi a riccioli del XVIII sec. (Milani Antichità, Padova)
Stemma rinascimentale di Ravenna. Importante stemma nobiliare rinascimentale in marmo bianco con l’effige della città di Ravenna. (Marco Baruffi, Matera)
Com’era l’approdo al Portello. Del fiorentino Giovanni Battista Salucci (1769 – 1845) la tempera su carta che riproduce Porta Ognissanti di Padova (Porta Portello). Salucci era anche architetto cartografo e topografo al seguito dell’esercito di Napoleone. Durante il soggiorno padovano a fine ‘700 realizzò il progetto di altare per la chiesa del Carmine e anche questa tempera che mostrava il punto di partenza e di approdo dei viaggiatori da e per Venezia. (Barbara Cesaro, Padova)
Cristo ligneo di uno dei massimi artisti barocchi di Genova. Di Antonio Maria Maragliano (Genova 1664 – 1739), tra i massimi rappresentanti del barocco genovese di cui peraltro rinnovò l’arte lignea, si ammira un Cristo in legno policromo del primo quarto del ‘700. Molti dei suoi lavori gli furono commissionati in Spagna e oltre Oceano. (Malomi, Bergamo)
Il pittore dei re. Attribuito ad Agostino Masucci (Roma 1691- 1758) che fece parte dell’Accademia di San Luca a Roma ed ebbe incarichi sia dalla corte Savoia sia da quella del Portogallo, ad Antiquaria Padova è esposto l’olio su tela L’Allegoria dell’abbondanza. (Marco Baruffi, Matera)
Dal Rococò di Venezia al Metropolitan di New York. Di Giovanni Battista Pittoni (Venezia, 1687 – 1767), tra i più famosi interpreti del Rococò veneziano, è il Sant’Antonio con il Bambino, olio su tela datato 1730. Suoi lavori si trovano al Louvre, all’Ermitage, al Metropolitan di New York. (Attilio Cecchetto, Treviso)
Olio seicentesco del Padovanino. Alessandro Varotari detto il Padovanino (Padova 1588 – Venezia 1649) si formò studiando i dipinti di Tiziano nella Basilica del Santo di Padova. In Fiera un suo olio su tela seicentesco intitolato Semiramide chiamata alle armi. Gran parte dei suoi quadri si trovano al Museo Correr di Venezia. (Roberto Ducci, Firenze)
Innamorati sotto la vite di porcellana. Uscita attorno al 1770 dalla Manifattura Geminiano Cozzi autrice a Venezia di raffinate porcellane bianche fin dal 1765, questa porcellana bianca riproduce una coppia di giovani nobili in atteggiamento amoroso, sotto una vite in campagna. Gruppi come questo sono conservati al Victoria and Albert Museum di Londra e a Ca’ Rezzonico a Venezia. (Barbara Cesaro, Padova)
Sobrio cassettone in epoca Rococò. Distante dagli orpelli del Rococò, viene proposto un raro mobile di ebanisteria veneziana di metà Settecento sagomato in radica di noce e ciliegio che all’epoca rispondeva al gusto sobrio dei nobili della laguna. (Barbara Cesaro, Padova)
L’assassinio di Agrippina. Nerone e Agrippina è l’olio su tela di Antonio Molinari (Venezia 1655 – 1704) presente in mostra. Il quadro è espressione del barocco, eseguito dopo un iniziale periodo in cui l’allievo copiò i lavori del suo maestro Antonio Zanchi. (Fabio Di Ruggiero, Torino)
Dai fiori guardeschi alle vedute veneziane del ‘700. Di Apollonio Facchinetti detto Domenichini, maestro della Fondazione Langmatt (Venezia 1715 – 1757) Veduta di Venezia, il Canal Grande con il Campo San Vio, olio su tela. Di Francesco Duramano, già maestro dei fiori guardeschi (Venezia, metà del XVIII secolo), coppia di composizioni floreali all’aperto (olio su tela). Francesco Tironi (Venezia 1745 – 1797) con i suoi olii su tela Veduta di Venezia con Cà Foscari dal Canal Grande e Veduta di Venezia con inizio del Canal Grande. Di artista veneto del XVI secolo, la Sacra Conversazione con San Giovannino, San Pietro, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Maddalena, olio su tela. (Roberto Ducci, Firenze)
Acquarellista milanese. Di Luigi Mantovani (Milano, 1880 – 1957) olio su tela Venezia, Piazza San Marco (1947). Mantovani fece parte dell’Associazione degli Acquarellisti lombardi. (Studiolo, Milano)
L’allievo di Guido Reni. Un olio su tela pluri pubblicato, Trionfo di Davide di Giovanni Giacomo Sementi (Bologna 1583 – 1640) è presente ad Antiquaria Padova. Allievo di Guido Reni, nel suo soggiorno romano si distanziò dal maestro avvicinandosi alle modernità caravaggesche e a Poussin. Nel Trionfo di Davide degli inizi romani, si avverte ancora il suo stile bolognese.(Fabio Di Ruggiero, Torino)
Dal restauro delle tele alla salvezza dei mobili
Non solo opere d’arte, anche ausili per il trattamento di quadri e mobili d’epoca, per leggere pennellate stratificate nel tempo e per riconoscere i materiali usati per dipingere tele e legni scoprendone l’età. Sono tra le proposte di aziende specializzate che in Fiera espongono prodotti e tecnologie (dall’antitarlo ecologico a microonde alle tecnologie diagnostiche per datazioni scientifiche di pigmenti e tessuti, facendo anche dimostrazioni pratiche.
L’incisore morto di peste. Figlio d’arte, Bartolomeo Biscaino (Genova 1629 -1657), dopo gli inizi come fedele riproduttore di opere di Giulio Romano e Guido Reni, si dedicò all’incisione, morendo di peste a 28 anni. In Fiera un suo olio su tela Incoronazione di Ioas. (Fabio Di Ruggiero, Torino)
Giovani i nuovi clienti delle aste Christie’s
Sul mercato dell’arte si affacciano i compratori giovani, i Millennials con maggiori disponibilità economiche o comunque interessati all’investimento a lungo termine. Così almeno si evince dalle statistiche della casa d’aste Christie’s che rivela nel 2022 come il 34% dei suoi nuovi acquirenti sia stata composta da persone tra i 18 e i 43 anni, appassionati soprattutto di collezioni di lusso che vanno dalle sneaker agli orologi, alle borse. Analizzando i volumi di vendita di chi mette all’asta oggetti al top del lusso, risulta che i nuovi clienti provengono soprattutto dal quadrante Asia – Pacifico, area che lo scorso anno ha mostrato una flessione del 20% negli acquisti da Christie’s. Sul piano generale invece i migliori compratori sono venuti dal continente americano (40%) davanti ad Europa, Medio Oriente e Africa (34%).
Quando è antiquariato e quando d’epoca?
Si dice di antiquariato un mobile o un oggetto che ha più di 150 anni, in caso contrario è d’epoca. Invece la produzione che definiamo semplicisticamente d’altri tempi viene detta vintage o di modernariato. Banalmente possiamo dire che ciò che è datato ai primi anni dello Stato Italiano (1861) è d’epoca, mentre il prima è decisamente antiquariato. Sono considerati antichi anche i manufatti del primo Novecento, purché realizzati a mano seguendo tecniche artigianali tipiche del secolo precedente.
Il gusto di collezionare le espressioni del passato va molto indietro nel tempo, derivato probabilmente dall’esigenza, da un lato di conservare il ricordo degli antenati e dall’altro di vantare la sottomissione di altri popoli, copiandone a volte le qualità ritenute positive: come fu per la Roma classica che dapprima collezionò le opere dei maestri greci e poi iniziò a copiarle prima di reinterpretarle.
In epoca romana antiquario era il maestro che insegnava a leggere e scrivere la lingua classica, mentre nel Medioevo si chiamava così l’amanuense ricopiatore di antichi manoscritti. Sempre nell’Età di mezzo c’era chi comperava manoscritti greci e latini, ma solo nel Rinascimento ebbe inizio un ricco collezionismo di opere rinvenute negli scavi archeologici. Nel Cinquecento il termine antiquario smise il suo significato medievale e venne chiamato così chi studiava le antichità e si occupava di trovare e collezionare reperti antichi e preziosi per il suo signore o per sé. Poi col Settecento arrivò l’Illuminismo e gli aristocratici iniziarono a pagare qualsiasi cifra per accaparrarsi oggetti antichi… Nacque la professione di antiquario come la intendiamo oggi.
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