Innalzare il tetto per l’utilizzo del contante dagli attuali 2.000 ai 10mila euro: è quanto prevede il progetto di legge depositato dalla Lega poche settimane fa. Le misure andrebbero così ad aggiungere un nuovo, ennesimo cambiamento al valore della soglia limite, valore più volte modificato negli ultimi anni.
Una misura a cui l’Ordine dei Commercialisti di Bolzano guarda con criticità: “La continua altalena di aumenti e ribassi della soglia non sembra nascere da un’accurata analisi economica, ma piuttosto sulla spinta di logiche di posizionamento politico” osserva Karl Florian, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bolzano.Uno scetticismo, quello dell’Ordine dei Commercialisti, che non è legato solo al valore simbolico della proposta.
IL FUTURO È LA MONETA DIGITALE
L’utilizzo del contante è infatti in netta controtendenza rispetto al più ampio contesto internazionale, che va verso la progressiva digitalizzazione della moneta. Ci sono Paesi – quelli scandinavi in particolare – in cui da decenni si paga quasi tutto con le carte.
“Il mondo sta cambiando, il futuro è la digitalizzazione”, sottolinea Karl Florian, specificando che “anche in Italia il settore degli strumenti di pagamento ha subito cambiamenti radicali: stando agli ultimi studi del Politecnico di Milano, nel nostro paese nel 2021 l’incidenza delle transazioni digitali ha infatti superato il 50%, facendo scendere di conseguenza la componente contante. Le transazioni digitali continuano ad aumentare, grazie anche alla diffusione del contactless. Nel 2022, secondo i dati dell’Osservatorio di SumUp, società che gestisce Pos e pagamenti digitali, le transazioni elettroniche per esercente sono cresciute del 17% rispetto al 2021 e addirittura del 128% rispetto al 2019, anno prima della pandemia. Anche la Banca centrale europea sta pensando allo sviluppo di una moneta digitale oltre al contante per agevolare le transazioni”.
Anche se è vero che l’utilizzo del contante non equivale automaticamente all’evasione fiscale, è solida la percezione che aumentando la tracciabilità digitale si rendono più facili i controllie quindi anche la capacità di deterrenza.
“Certo, il discorso sull’utilizzo del contante e l’evasione fiscale va collocato in un contesto economico e sociale più vasto: laddove non circolano più monete e banconote, si riduce l’evasione e quindi l’economia sommersa, ma non solo. Il tracciamento dei pagamenti significa, in primo luogo, contrastare i traffici illeciti e quindi le operazioni di riciclaggio da parte della criminalità organizzata. Inoltre i dati degli ultimi anni evidenziano che l’incidenza dell’evasione è in calo: prima del 2015 era attorno al 12% del PIL, mentre di recente si è assestata attorno all’8%. Un risultato, questo, ottenuto grazie all’adozione della fattura elettronica, che ha ridotto la cosiddetta fuga dall’Iva” sottolinea Florian, e conclude: “Noi come dottori commercialisti siamo i primi a dover segnalare ai clienti l’osservanza delle leggi. In base alle disposizioni che si vorrebbero introdurre, l’evasione di per sé rimane per noi un aspetto molto critico. In Italia la pressione fiscale è elevata e l’unico modo per ridurla a livello del singolo è ripartirla equamente”.
Visiti spesso Nordest24? Ora puoi rimuovere tutta la pubblicità e goderti una lettura più piacevole, veloce e senza distrazioni. Clicca qui per maggiori informazioni