TRIESTE โ Il progetto della cabinovia metropolitana che dovrebbe collegare il Porto Vecchio di Trieste con lโaltopiano del Carso ha ottenuto una delle tre bandiere nere assegnate in Friuli Venezia Giulia da Legambiente, nellโambito della consueta iniziativa Carovana delle Alpi. Una decisione che suona come un chiaro segnale di allarme per le scelte urbanistiche e ambientali della giunta comunale triestina, accusata di trascurare gli impatti sul territorio e di portare avanti unโopera altamente contestata e discutibile.
Una bocciatura pesante da parte di Legambiente
Ogni anno Legambiente analizza lo stato dei territori montani dellโarco alpino, assegnando bandiere verdi a progetti virtuosi e sostenibili e bandiere nere a quelli ritenuti dannosi per lโambiente o gestiti con superficialitร . Questโanno il Friuli Venezia Giulia ha ricevuto 4 bandiere verdi e 3 nere: tra queste ultime spicca proprio quella attribuita al progetto della cabinovia triestina.
Il motivo della bocciatura? Secondo quanto si legge nel report ufficiale dellโassociazione ambientalista, si tratta di un progetto โfantasmagorico e contestatissimoโ, che rischia di compromettere aree tutelate del Bosco Bovedo, un habitat unico in Europa dove convivono specie mediterranee e alberi di rovere. Legambiente sottolinea come la giunta abbia insistito nel sostenere economicamente lโopera con finanziamenti ingenti, ignorando analisi ambientali serie e valutazioni economiche realistiche.
Stime e iter del progetto poco trasparenti
Lโiter di approvazione della cabinovia, secondo Legambiente, รจ stato caratterizzato da delibere frettolose, mancato rispetto delle procedure, e assenza di trasparenza. Il costo stimato inizialmente in 61 milioni di euro รจ giร considerato in crescita, mentre mancano dati certi sulla sostenibilitร economica del progetto e sulla sua futura gestione. La Zona di protezione speciale e il Sito di Interesse Comunitario del Bosco Bovedo rischiano di essere danneggiati da unโopera che sembra piรน rispondere a una logica spettacolare che a reali esigenze di mobilitร sostenibile.
Inoltre, le dichiarazioni pubbliche del sindaco Roberto Dipiazza e della sua giunta sono state definite โpoco inclini al confrontoโ e talvolta assertive, portando a una crescente mobilitazione da parte di cittadini, associazioni ambientaliste e membri del mondo accademico, preoccupati per le ricadute ambientali e sociali dellโintervento.
La cittadinanza allarmata si oppone
Diverse realtร locali hanno manifestato la loro opposizione al progetto, sottolineando non solo gli impatti ambientali ma anche la mancanza di dialogo da parte delle istituzioni. Unโopera invasiva, che secondo i critici non migliora realmente la mobilitร urbana ma piuttosto rappresenta un intervento di immagine che rischia di compromettere ecosistemi fragili e paesaggi unici.
Tra i punti piรน contestati, lโattraversamento di unโarea naturalistica di elevato valore e la costruzione di impianti e stazioni a monte che potrebbero snaturare lโidentitร del Carso.