TRIESTE – Nel segno di una straordinaria triangolazione con le città di Venezia e Atene, Trieste ospita un evento speciale in occasione della 54^ edizione della Barcolana: fino a domenica 9 ottobre, nella centralissima Sala Xenia della Comunità Greco Orientale di Trieste (via Mazzini, Angolo Riva III Novembre), sarà visitabile il Bucintoro veneziano, l’opera d’arte che rende onore alla più celebre imbarcazione della Serenissima. Ideato e realizzato dal Maestro d’arte Ivan Ceschin in sinergia con alcuni dei migliori artigiani veneti, il modello del Bucintoro restituisce con la massima fedeltà e abilità tecnica il fasto e lo splendore dell’imbarcazione diventata identitaria per Venezia, palcoscenico del rito dello Sposalizio della città con il mare fino ai nostri giorni. Le visite sono aperte liberamente al pubblico, fino a domenica 9 ottobre, tutti i giorni in orario 9/12 e 14/20. Il progetto della Temporary Exhibition del Bucintoro a Trieste è un’iniziativa della Comunità Greco Orientale relizzata in collaborazione con Erich Jost, di origini elleniche.
Se la nave Bucintoro originale, realizzata dall’architetto navale Stefano Conti, era lunga 34,8 metri per 7,3 metri di larghezza e 8,3 di altezza, e disponeva di 42 remi lunghi 10,4 metri, il Bucintoro di Ivan Ceschin è stato ricostruito, in scala 1 a 25, e misura 185 centimetri di lunghezza, 1 metro di larghezza e 1 metro di altezza.A bordo del Bucintoro viaggiavano 168 rematori e 40 marinai, l’ultimo Bucintoro fu ultimato nel 1729.Molti anni di lavoro sono stati dedicati per dare forma a questo capolavoro: dalle complesse componenti lignee della struttura al più piccolo e minuzioso dettaglio, alle centinaia di sculture, interamente modellate a mano. Legni pregiati, intagli di madreperla, velluto cremisi realizzato con antichi telai del ’700, sculture dorate a mano con foglia di oro zecchino 24 carati riproducono fedelmente la riproduzione del Bucintoro, nave da parata prediletta dalla Repubblica di Venezia, distrutta a seguito del Trattato di Campoformido, quando le truppe napoleoniche abbandonarono la Serenissima nel 1798. L’opera, per la sua rilevanza artistica, é stata scelta dai Musei civici di Venezia ed esposta a palazzo Ducale nella “Mostra che ha recentemente celebrato i 1600 della Città presso gli appartamenti del Doge.
Come spiega infine Erich Jost, proprio la suggestione della “Galea” funge da suggestivo filo rosso fra Venezia e Atene: «se nell’antica Grecia le Galee Triremi rappresentavano la vera meraviglia dell’arte cantieristica, proprio il Bucintoro – una Galea anch’esso – ha rappresentato l’apice della abilita’ ed originalità’ della perizia veneziana nella costruzione navale. Autentico e meraviglioso tempio galleggiante, il Bucintoro è stato la nave ufficiale dei Dogi per l’accoglienza delle massime autorità’ straniere».
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