Sul solco di recenti e differenti filoni d’indagine, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, personale della Sezione “Criminalità diffusa, extracomunitaria e prostituzione” della Squadra Mobile del Capoluogo giuliano, il 10 dicembre u.s., ha dato corso ad un decreto di perquisizione emesso dal P.M. titolare del pertinente procedimento penale dr. Federico Frezza.
L’atto di ricerca di utili fonti di prova è stato effettuato presso le abitazioni ed il centro massaggi riferibili alla cittadina cinese L.L., classe ’70 ed alla dipendente sua connazionale.
All’esito dell’anzidetta attività delegata dall’A.G. requirente, il centro massaggi oggetto di monitoraggio è stato sottoposto a sequestro e alla L.L. è stata sequestrata una cospicua somma di denaro, verosimile provento di illeciti riconducibili alla prostituzione.
L’attività investigativa trae origine dalla necessità di contrastare il fenomeno criminale dello sfruttamento della prostituzione di donne di nazionalità cinese da parte di connazionali attraverso l’impiego delle stesse all’interno di centri massaggi.
Invero, in tutte le indagini analoghe svolte negli anni passati, è emerso che le ragazze, che sono costrette a lavorare ininterrottamente dalle 8 alle 23, non percepiscono che in minima parte il guadagno per la loro attività, e che vengono smistate da una città all’altra, da un centro all’altro senza mai avere voce in capitolo, stante il loro stato di clandestinità ed il loro debito con chi le ha fatte arrivare illegalmente in Italia.
In altri termini, le indagini mirano ad andare in soccorso di queste vittime di un indegno sfruttamento, che assomiglia non poco ad una sorta di schiavitù, sia pure a tempo, cioè fino all’estinzione del debito.
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