TRIESTE – I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste hanno recentemente eseguito un sequestro conservativo per un ammontare complessivo di 565.884 euro, nei confronti di due ex dipendenti di una società pubblica operante nel settore della manutenzione e realizzazione della rete stradale e autostradale regionale. Il provvedimento è stato attuato a seguito di indagini approfondite condotte in collaborazione con la Corte dei Conti, con l’obiettivo di recuperare risorse pubbliche sottratte.
Il danno erariale e gli illeciti accertati
L’attività investigativa, che ha avuto inizio da un’indagine precedente condotta dalla Procura della Repubblica di Trieste, ha messo in luce come i due ex dipendenti abbiano contribuito al danneggiamento dei bilanci pubblici. Tra il 2014 e il 2017, la società aggiudicataria di numerosi appalti regionali avrebbe falsamente rendicontato la liquidazione dei lavori, facendoli figurare come eseguiti. Il denaro così sottratto, invece di essere utilizzato per le finalità pubbliche, sarebbe stato destinato alla ristrutturazione delle abitazioni private degli indagati.
Le indagini della Guardia di Finanza
Gli approfondimenti effettuati dalla Guardia di Finanza di Trieste hanno portato a scoprire le irregolarità legate alla gestione di 9 appalti pubblici. I responsabili sono accusati di truffa aggravata, falso ideologico in atto pubblico e corruzione, con danno erariale quantificato nell’importo di 565.884 euro. L’azione investigativa ha evidenziato anche il coinvolgimento di attività illecite legate al riciclaggio dei proventi derivanti dai fondi pubblici sottratti.
L’efficacia dell’azione giudiziaria e il principio della presunzione di innocenza
L’operazione della Guardia di Finanza e la conseguente azione della Magistratura contabile dimostrano ancora una volta l’importanza della lotta contro le frodi che ledono gli interessi pubblici e la sana concorrenza tra le imprese. È importante sottolineare che, in conformità con il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188, le persone indagate sono considerate innocenti fino a una sentenza irrevocabile di condanna.
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