Non era stato sufficiente il decreto con cui il Tribunale dei Minori nel Novembre del 2017 aveva imposto ad S.A. serbo del 1974, l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di contattare la ex moglie ei i figli; e nemmeno la sentenza di condanna a 2 anni e otto mesi di reclusione emessa dal G.U.P. di Trieste per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza nei confronti della donna lo aveva fatto desistere dal porre in essere comportamenti insistenti, oppressivi e minatori nei suoi confronti.
Infatti, l’uomo non solo aveva continuato a tenere dei comportamenti persecutori nei confronti della ex moglie, ma aveva iniziato anche a minacciarla di morte, a dirle che se anche fosse andato in carcere, prima o poi si sarebbe vendicato e che comunque qualsiasi accusa nei suoi confronti sarebbe decaduta sulla scorta di alcuni asseriti documenti che avrebbero attestato la sua pazzia.
Questi continui comportamenti vessatori hanno inevitabilmente creato nella donna un grave stato di ansia e un fondato timore non solo per la propria incolumità ma anche per quella della prole; è stata costretta a cambiare abitudini di vita, numero di telefono e frequentazioni, ma nonostante ciò, l’uomo ha continuato a cercarla e a chiedere presso familiari e conoscenti informazioni su di lei.
La ferma volontà di vendetta lo ha addirittura portato a chiederle, tramite una conoscente, un incontro davanti la chiesa Serbo ortodossa di Piazza San Antonio, presso la quale, per come aveva giurato, prima o poi l’avrebbe uccisa.
Per i gravi elementi emersi nel corso dell’attività investigativa, su richiesta del P.M. titolare del fascicolo, il G.I.P. di Trieste ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, il quale, in data 24 novembre, è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile appena giunto a Trieste e ristretto presso la locale casa circondariale a disposizione della procedente A.G.
L’immediato intervento, alla vigilia dalla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebrerà il 25 novembre, ha permesso di porre fine ad una grave e perdurante vicenda di violenza familiare.
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