È andata in scena ieri, giovedì 6 ottobre, la prima metà della due giorni di talk e dibattiti della “Dolomiti Mountain School” organizzata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. L’accoglienza della sessantina di partecipanti è spettata al padrone di casa, il sindaco di Forni di Sopra Marco Lenna. “Quest’anno la Mountain School parla di turismo, tema cardine per tutta la Regione e soprattutto per le montagne. Saranno due giorni di approfondimento dove ci sarà spazio sia per esperienze di ambito naturalistico che per esperienze legate al lato amministrativo, come ad esempio la mia, sindaco impegnato in uno dei sei poli turistici della nostra montagna”.
TURISMO, MA NON SOLO. Numerosi gli interventi e gli spunti di riflessione originali che si sono susseguiti nel corso delle ore di dibattito. L’assessore regionale Stefano Zannier, ad esempio, ha fatto il punto sulla necessità di far precedere al turismo una gestione attenta del territorio. “Il turismo è legato in maniera indissolubile all’ambiente, il quale deve essere reso attrattivo sia per il turismo altamente specializzato, come ad esempio quello che cerca la natura selvaggia, sia per quello che necessita di ambienti gestiti e servizi”.
“Servono attività agricole eforestali, precursori rispetto all’attività turistica” ha spiegato. “Poi questa può sviluppare un’ulteriore fonte economica, e a quel punto l’effetto leva inizia a creare le condizioni per cui l’economia di montagna abbia il proprio fulcro nel turismo. Ma servono prima i passaggi della gestione territoriale e dei servizi, altrimenti è quasi impossibile intercettare l’utenza”.
“Ci sono esigenze completamente diverse da vallata a vallata anche per numero di abitanti e tenuta sociale ed economica. La pianificazione dunque deve tener conto di un territorio non omogeneo e deve porsi l’obiettivo di superare la soglia minima di popolazione che abita e vive in montagna per garantire la sopravvivenza della montagna stessa” ha concluso Zannier.
SVILUPPO SOSTENIBILE. Il senatore emerito Diego Carpenedo ha toccato un tema che, pur essendo sulla bocca di tutti, spesso non viene compreso appieno. “Si parla sempre di sviluppo sostenibile, ma bisogna tener conto che il sostantivo è importante tanto quanto l’aggettivo” ha sottolineato. “Senza uno sviluppo reale, la stessa idea di sostenibilità diventa indecifrabile. Quando si parla di sostenibilità esiste l’aspetto ambientale – noi abbiamo le montagne più incontaminate di tutto l’arco alpino – ma esiste anche l’altro problema, quello della sostenibilità sociale ed economica. Molti dei nostri progetti, in passato, sono naufragati proprio perché non esisteva una sostenibilità economica”.
QUALI TURISMI? “Con questo appuntamento abbiamo lanciato tre sassi nello stagno: il primo è il fatto che parliamo di ‘turismi’, al plurale” spiega il coordinatore del Servizio Biodiversità della Regione, Pierpaolo Zanchetta. “Ci sono diversi modelli di turismo: è necessario differenziare l’approccio a seconda delle caratteristiche locali, non imponendo dall’esterno un modello ma cercando di capire da un’analisi interna degli operatori locali quali sono le modalità migliori per ogni singola vallata o paese. Un altro tema su cui puntiamo molto è la monocoltura o lo monoeconomia del turismo: poiché questo settore soffre dei momenti di crisi, è necessario pensare a un’economia che sia articolata e che non dimentichi ambiti come quello agricolo e forestale, fondamentale in territorio montano, o anche l’artigianato e l’industria. Il terzo punto è quello del ‘turista viziato’, ovvero colui che manifesta le stesse esigenze che avrebbe in una grande città. È necessario che il turismo della montagna mantenga uno spirito diverso e sappia proporsi sulla base delle proprie caratteristiche. La montagna è un luogo in cui è necessario fare fatica, confrontarsi con gli elementi naturali, e questo spirito non va snaturato”.
Visiti spesso Nordest24? Ora puoi rimuovere tutta la pubblicità e goderti una lettura più piacevole, veloce e senza distrazioni. Clicca qui per maggiori informazioni