Lockdown “da venerdì su tutto il territorio nazionale” per arginare la diffusione del coronavirus in Francia.
Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron, che in un discorso alla nazione ha illustrato i provvedimenti.
“Le misure prese non bastano più. Noi siamo sommersi dall’accelerazione improvvisa dell’epidemia, da un virus che sembra guadagnare forza mentre calano le temperature. Siamo tutti sorpresi in Europa dall’evoluzione di questo virus: alcuni Paesi hanno preso misure più dure, ma noi siamo tutti allo stesso punto. La seconda ondata della pandemia è più dura e mortale della prima, serve un colpo di freno brutale”.
Il lockdown non si applicherà alle scuole che “resteranno aperte” e “il lavoro continuerà”.
“Bar, ristoranti e negozi non essenziali saranno chiusi”.
Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, annunciando il lockdown che inizierà nella notte tra giovedì e venerdì e durerà almeno un mese. “Asili, scuole elementari, licei e collegi resteranno aperti”, mentre le lezioni all’università torneranno online. Macron ha poi fatto sapere che sarà vietato “spostarsi da una regione all’altra” e che per muoversi dal proprio domicilio sarà nuovamente necessaria l’autocertificazione. Lo smart working sarà “di nuovo generalizzato”.
Nei prossimi 15 giorni “valuteremo se potremo alleggerire alcune restrizioni, in particolare per le attività commerciali”, ha precisato Macron, riferendo tra l’altro che rispetto al lockdown di primavera “le fabbriche, i servizi pubblici e le aziende agricole proseguiranno le loro attività nello stretto rispetto dei protocolli sanitari”. “Le frontiere europee resteranno aperte, quelle esterne, salvo eccezioni, resteranno chiuse”, ha spiegato il presidente.
“Dobbiamo restare uniti e solidali e non cedere al veleno delle divisioni la conclusione -. Ho fiducia nella nostra capacità di superare questa prova, dobbiamo reggere, ce la faremo. Per risollevarci dobbiamo restare uniti e resteremo uniti”.
«Potremmo non fare niente e puntare all’immunità collettiva», ha detto, ma a breve termine bisognerebbe scegliere tra chi curare in ospedale, e accettare la morte di 400 mila persone. Oppure confinare solo le persone più anziane, «ma è discutibile dal punto di vista etico e poi creare una forma di bolla attorno a loro non è praticabile, non è credibile. Confinare solo le persone anziani non basterebbe». Un’alternativa scartata sarebbe puntare tutto sui test e il tracciamento, ma i contaminati sono troppi per risalire alle fonti del contagio. E anche aumentare i letti in rianimazione non risolve il problema, siamo passati da 5mila a 6mila letti e arriveremo a 10mila, ma non basta.
Infine, un appello: «Non cediamo alla tentazione di dividerci. Dobbiamo resistere, ciascuno al proprio posto: dando vita a un dibattito ma senza dividerci. Avremo bisogno di una nazione unita e solidale. Solo così riusciremo a superare questa battaglia: insieme a uniti».