L’Università di Udine ha recentemente presentato i risultati di due bandi (2023 e 2024) gestiti nell’ambito del consorzio triveneto iNEST, con l’obiettivo di promuovere la transizione verde e digitale nel settore della manifattura avanzata. Questi progetti sono finanziati con circa tre milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In totale, sono stati selezionati 18 progetti innovativi, di cui 12 destinati al Triveneto e 6 al Mezzogiorno, tutti mirati a sviluppare tecnologie che contribuiscano alla sostenibilità e all’efficienza del settore industriale.
I settori chiave dei progetti vincitori
I progetti vincitori sono divisi in tre principali settori tecnologici: energia, intelligenza artificiale e scienza dei dati, e manifattura intelligente. Per quanto riguarda l’energia, i progetti mirano a sviluppare soluzioni innovative per la gestione e l’uso efficiente delle risorse, come ad esempio la produzione di acciai con intelligenza artificiale o il miglioramento della plastica espansa per renderla totalmente riciclabile e rigenerabile. Inoltre, le tecnologie avanzate per l’energia rinnovabile sono in prima linea, come nel caso del progetto GEMS HYRIS, che sviluppa automazioni avanzate per la gestione di sistemi ibridi di fotovoltaico e idrogeno verde.
L’intelligenza artificiale al servizio della manifattura
Molti dei progetti premiati puntano sull’uso dell’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi produttivi. Un esempio significativo è il progetto INDOMATE, che utilizza il machine learning per analizzare i dati di funzionamento degli asset aziendali, migliorando così la progettazione del prodotto e ottimizzando il processo industriale. Anche il progetto AIH2DU, che sviluppa un’unità di consegna dell’idrogeno autonoma e intelligente, rientra in questa categoria, sottolineando l’importanza delle soluzioni digitali per la decarbonizzazione del settore industriale.
Innovazioni nei materiali e nella sostenibilità
La sostenibilità è un altro aspetto centrale di questi progetti. Tra i vincitori, il progetto DIONISO si distingue per l’utilizzo di vinacce e tralci di vite nella produzione di pacciamature, promuovendo così l’economia circolare nel settore agricolo e vitivinicolo. Inoltre, il progetto REUSE punta sul riutilizzo degli scarti industriali per sviluppare nuovi materiali funzionali, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive.
Il ruolo fondamentale dell’Università di Udine
L’Università di Udine gioca un ruolo centrale in questa iniziativa, come ha sottolineato il rettore Roberto Pinton. L’ateneo friulano, infatti, è uno dei membri fondatori del consorzio iNEST, che include anche altre università del Triveneto. L’iniziativa mira a promuovere la collaborazione tra università, aziende e centri di ricerca, sfruttando le sinergie locali per favorire l’innovazione tecnologica. I “Lab Village” sono uno degli strumenti principali di questa rete, luoghi dove ricercatori e imprese possono lavorare fianco a fianco per sviluppare soluzioni innovative e pratiche.
Progetti che guardano al futuro
L’obiettivo di questi progetti non è solo quello di rispondere alle esigenze industriali immediate, ma anche di preparare il settore a sfide future, come la transizione verso un’economia sostenibile e digitalizzata. Le tecnologie sviluppate nei vari progetti, infatti, non solo mirano a migliorare l’efficienza e la competitività delle imprese, ma anche a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere un uso più responsabile delle risorse naturali.
In conclusione, i progetti finanziati dal Pnrr e promossi dal consorzio iNEST sono un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa andare di pari passo con la sostenibilità, aprendo nuove prospettive per il futuro della manifattura avanzata nel nostro paese.