VALDAGNO (VICENZA) – Un evento che doveva essere una semplice giornata di sport e natura si è trasformato in un’emergenza sanitaria. A Valdagno, dopo una marcia attraverso sentieri e contrade, 133 persone hanno accusato sintomi gastrointestinali.
L’accaduto risale a ieri, sabato 3 maggio, quando fin dalle prime ore del mattino il pronto soccorso e la guardia medica di Valdagno hanno registrato un numero crescente di accessi.
I pazienti, quasi tutti partecipanti alla marcia del 1° maggio in località Piana, lamentavano nausea, vomito e diarrea. A seguito della segnalazione, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (Sisp) dell’ULSS 8 Berica ha avviato un’indagine approfondita, collegando rapidamente i casi alla stessa manifestazione.
La causa è stata individuata nel consumo di acqua da fontanelle private non collegate alla rete idrica pubblica. Le forti piogge dei giorni precedenti potrebbero aver inquinato le sorgenti naturali.
Fonti non controllate lungo il percorso
La camminata, intitolata “tra boschi e contrade”, si è svolta in aree rurali dove lungo il tracciato erano presenti diverse fontane ad uso locale. Alcuni partecipanti, per dissetarsi, hanno attinto acqua da fontane non connesse all’acquedotto comunale, tra cui la “fontana Masteghini”, la “fontana del Cengio” e la “fontana Fanana”. Queste sorgenti spontanee, normalmente utilizzate solo da residenti, sono risultate non idonee al consumo umano, soprattutto dopo forti precipitazioni.
L’area di Valdagno era stata recentemente colpita da forti piogge, che potrebbero aver causato alterazioni nelle falde acquifere. «Quando si verificano movimenti d’acqua importanti, le vene naturali possono risentirne», ha spiegato il sindaco Maurizio Zordan, confermando l’ipotesi di infiltrazioni contaminate nelle fontanelle. Subito dopo l’identificazione del problema, il Comune ha predisposto cartelli di divieto e annunciato l’imminente pubblicazione di un’ordinanza di interdizione.
Analisi in corso e situazione sotto controllo
Il personale del Sisp ha già prelevato campioni d’acqua dalle fontanelle incriminate, che sono stati inviati al laboratorio ARPAV di Mestre. I risultati, attesi entro pochi giorni, serviranno a confermare il tipo di agente patogeno presente nell’acqua. Le prime stime parlano di 133 casi totali, dei quali 93 sono già stati sottoposti ad indagine epidemiologica. Fortunatamente, tutti i sintomi registrati sono di entità lieve o moderata, e nessun paziente ha richiesto il ricovero.