Tradizioni che uniscono l’Italia: la cucina domestica candidata a patrimonio UNESCO

La cucina italiana domestica, tra tradizioni e rituali familiari, si avvicina al riconoscimento UNESCO come patrimonio immateriale.

15 dicembre 2025 12:59
Tradizioni che uniscono l’Italia: la cucina domestica candidata a patrimonio UNESCO -
Condividi

ROMA – La cucina italiana tradizionale, quella che nasce nelle case, nelle mani delle nonne e nei gesti tramandati da generazioni, compie un nuovo passo verso il riconoscimento come Patrimonio UNESCO. Un percorso che valorizza non solo la gastronomia, ma l’intero universo di saperi, riti, memorie e identità che fanno della cucina domestica un pilastro culturale del Paese. Un patrimonio che vive nel quotidiano e che racconta meglio di qualsiasi altro linguaggio la storia e le radici delle comunità italiane.

La cucina come patrimonio immateriale

Il documento presentato negli ultimi mesi rafforza la consapevolezza del ruolo svolto dalla cucina di casa: non semplicemente un insieme di ricette, ma un mosaico antropologico fatto di ritualità, narrazioni familiari e tradizioni che continuano a essere riproposte e custodite.

Il valore della cucina domestica è nella sua dimensione immateriale: gesti, tempi, segreti, ingredienti semplici che diventano testimonianze culturali. Tra questi simboli spicca la pastiera napoletana, dolce iconico che incarna lo spirito più intimo della tradizione partenopea e che resiste, immutato nella sua ritualità, grazie alla trasmissione orale e affettiva.

La pastiera come simbolo della ritualità familiare

Il ruolo della pastiera all’interno di questa narrazione è centrale. Considerata da secoli un pilastro delle festività familiari, rappresenta l’essenza della cucina domestica: non esisterebbe senza la cura meticolosa dei gesti e senza la trasmissione dei saperi da una generazione all’altra.

A testimoniarlo è Annamaria Chirico, a capo della più nota azienda italiana di grano cotto, ingrediente fondamentale del dolce, e soprattutto nonna custode della ricetta di famiglia.

«Essere nonna – racconta – significa tramandare affetti e gesti antichi, ricette che parlano di noi. Ogni volta che preparo la pastiera ai miei nipoti, sento di consegnare un’eredità che va oltre il dolce: è un pezzo della nostra storia familiare e del nostro territorio. Per questo accolgo con profonda emozione il riconoscimento UNESCO: non è solo un titolo, ma un modo per proteggere il patrimonio immateriale che custodiamo da sempre».

La candidatura UNESCO come atto culturale

Il percorso verso l’UNESCO non è solo un riconoscimento formale, ma un tentativo di proteggere un patrimonio fatto di manualità, semplicità e dedizione. La cucina delle nonne – quella della pastiera, del ragù della domenica, delle zuppe di stagione – non rappresenta il passato che resiste, ma un linguaggio vivo che continua ad adattarsi senza perdere autenticità.

Riconoscerla come patrimonio dell’umanità significa custodire un’eredità preziosa che racconta la nostra identità culturale.

La cucina italiana tradizionale, in questo senso, non è solo una pratica alimentare, ma una storia collettiva fatta di memoria, comunità e continuità. Un patrimonio immateriale che, grazie alla candidatura UNESCO, potrà essere trasmesso alle future generazioni con ancora maggiore consapevolezza e tutela.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail