Francesca Gino contro Harvard, accusata di dati falsificati: richiesto indennizzo di 25 milioni di dollari

Terremoto nel mondo accademico: Gino ha citato Harvard per 25 milioni di dollari per diffamazione.

28 maggio 2025 16:35
Francesca Gino contro Harvard, accusata di dati falsificati: richiesto indennizzo di 25 milioni di dollari -
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TIONE (TRENTO) – Il caso che ha travolto Francesca Gino, docente di psicologia comportamentale di origini trentine, continua a far discutere nel mondo accademico e non solo. L'ex professoressa della Harvard Business School ha deciso di portare in tribunale l’università più famosa del mondo, chiedendo un risarcimento di 25 milioni di dollari, dopo essere stata licenziata per presunte manipolazioni dei dati in alcune delle sue ricerche scientifiche.

Tutto è iniziato nel 2021, quando tre studiosi – Joseph Simmons, Leif Nelson e Uri Simonsohn – hanno iniziato a sollevare interrogativi sull'affidabilità di alcuni articoli firmati da Gino. Secondo quanto ricostruito dai tre ricercatori, almeno quattro studi presenterebbero anomalie significative nei dati. Alcuni di questi lavori trattano temi delicati come l’onestà nei comportamenti umani, rendendo ancora più grave l’impatto di eventuali alterazioni nei risultati.

L’indagine interna di Harvard e la decisione del licenziamento

A seguito delle accuse, Harvard ha avviato una verifica interna. Le conclusioni dell’indagine hanno confermato la presenza di dati che sarebbero stati alterati intenzionalmente. Da qui la decisione definitiva: revoca dell’incarico e sospensione della docente, che era già stata allontanata nel 2023 senza retribuzione.

Secondo il giornale studentesco, la misura adottata sarebbe senza precedenti per la prestigiosa istituzione americana, che ha preferito non rilasciare ulteriori commenti ufficiali sull’accaduto.

La reazione di Francesca Gino e l’accusa di discriminazione

La risposta della docente non si è fatta attendere: Gino ha denunciato quella che definisce una gestione ingiusta del suo caso da parte dell’università. Ha accusato Harvard di aver creato una nuova procedura disciplinare ad hoc, utilizzata unicamente contro di lei e senza coinvolgere i tradizionali organismi accademici fino al 2023.

Inoltre, i suoi legali hanno parlato apertamente di discriminazione di genere, sostenendo che Gino sarebbe stata trattata diversamente rispetto a colleghi uomini coinvolti in casi simili. Il tema ha acceso un ampio dibattito, anche all’interno della comunità accademica americana.

La battaglia legale continua

Nel settembre del 2024 un giudice federale di Boston ha respinto una delle richieste avanzate da Gino, ovvero quella per diffamazione contro Harvard. Secondo il tribunale, data la notorietà della docente, l’interesse pubblico nei confronti del caso era legittimo e non lesivo dell’onore personale.

Tuttavia, la partita legale non è chiusa. Rimane ancora aperta la causa per violazione contrattuale, nella quale la docente accusa Harvard di aver rotto il contratto in modo arbitrario e senza il dovuto processo. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se la corte darà ragione alla psicologa italiana oppure confermerà le scelte dell’università.

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