Fvg: evasione a 1,9 miliardi. Negli ultimi 4 anni è scesa di 260 milioni
Sebbene il problemanel suo complesso abbia una dimensione più contenuta che in gran parte delresto d’Italia, anche in Friuli Venezia Giulia (FVG), è in calo. Stiamoparlando dell’evasione fiscale che t...
Sebbene il problema
nel suo complesso abbia una dimensione più contenuta che in gran parte del
resto d’Italia, anche in Friuli Venezia Giulia (FVG), è in calo. Stiamo
parlando dell’evasione fiscale che tra il 2014 e il 2018 è scesa di 260 milioni
di euro (-11,6%) attestandosi, nel 2018[1], a quota 1,9 miliardi di
euro (vedi Tab. 1).
Prendendo in esame
l’incidenza totale dell’economia non osservata sul valore aggiunto di tutte le
regioni d’Italia, il FVG occupa il quart’ultimo posto con una percentuale pari
al 10,9. A precedere la regione più a est del Paese nella graduatoria dei più
“fedeli” al fisco scorgiamo la provincia autonoma di Trento (9,8%), la
Lombardia (9,6%) e, infine, la provincia autonoma di Bolzano (8,4%) (vedi Tab.
2).
Nel Sud, invece, emergono
le situazioni più critiche: la Calabria, ad esempio, ha registrato una
percentuale dell’economia non osservata[2] sul valore aggiunto
regionale pari al 21,3. “Pesante” anche la situazione in Campania che
presentava un peso dell’economia sommersa
pari al 19,8 per cento, subito dopo troviamo la Sicilia con un’economia
in nero del 19,3 per cento.
In Italia, invece, l’evasione fiscale ammonta ad
almeno 80 miliardi di euro, tuttavia l’Amministrazione finanziaria italiana
sembra essere riuscita a trovare la strada giusta per combatterla efficacemente.
Tra la compliance
fiscale[3], lo split payment[4] e, a partire dal 2019, per mezzo della fatturazione elettronica, una serie di contribuenti – tra cui gli
evasori incalliti, chi riceveva i pagamenti dallo Stato per un servizio o una
prestazione lavorativa resa e poi non versava l’Iva e, infine, i professionisti delle cosiddette
“frodi carosello”[5] - sono stati indotti a ravvedersi. Non solo; anche il leggero calo
delle tasse registrato in questi ultimi anni ha sicuramente avuto un effetto
positivo sul fronte delle entrate. Sebbene sia ancora del tutto insufficiente,
la contrazione della pressione fiscale ha contribuito a ridurre l’evasione,
soprattutto quella che in gergo viene chiamata di “sopravvivenza”.
Se riusciremo a contrastare con maggiore
incisività l’economia sommersa, faremo pagare le tasse anche ai colossi
dell’e-commerce presenti nel nostro Paese, riusciremo a incrociare in maniera
efficace le 161 banche dati fiscali che possiede l’Amministrazione finanziaria
e e, infine, assisteremo a una seria riforma del fisco che tagli strutturalmente il peso delle tasse su
tutti i contribuenti, non è da escludere
che nel giro dei prossimi 4/5 anni l’evasione fiscale presente in Italia
potrebbe addirittura ridursi della metà, allineandosi così al dato medio
europeo. Ovvio che ci vuole il concorso di tutti e se molti contribuenti hanno
cominciato a comportarsi correttamente nei confronti del fisco è anche perché
negli ultimi anni chi è stato chiamato a spendere i soldi pubblici ha
finalmente cominciato a farlo con oculatezza. Certo, gli sprechi e gli sperperi
ci sono ancora, ci mancherebbe, tuttavia l’evasione si contrasta anche
razionalizzando la spesa pubblica.
Tornando ai dati iniziali, la stima dell’evasione, in termini di mancato gettito fiscale per regione è stata effettuata sulla base dei dati Istat. In primo luogo è stato stimato l’ammontare di valore aggiunto sommerso per regione sulla base dell’incidenza del sommerso economico sul valore aggiunto regionale. In secondo luogo è stato calcolato il rapporto tra il gettito fiscale e il valore aggiunto al netto del sommerso ottenendo un coefficiente. Questo coefficiente è stato utilizzato per stimare il gettito fiscale evaso di ogni regione.
[1]
Ultimo anno in cui i dati sono disponibili
[2] Include quelle attività
economiche che, per motivi differenti, sfuggono all’osservazione statistica
diretta. Le principali componenti sono rappresentate dall’economia sommersa e
dall’economia illegale. L’economia sommersa è composta dalla sottodichiarazione
di valore aggiunto (cioè derivante da occultamento del fatturato o da costi
fittizi), da valore aggiunto generato da lavoro irregolare e da una parte
rimanente che riguarda le mance, gli affitti in nero e da fenomeni di natura
puramente statistica.
[3]
Dal punto di vista fiscale, con tale termine si intende l’adempimento spontaneo
degli obblighi tributari da parte del contribuente. Introdotto nel 2014, il
legislatore ha voluto stimolare nel contribuente un rapporto di cooperazione e
collaborazione con il fisco, incentivando in tal modo l’assolvimento spontaneo
degli obblighi tributari e favorendo l’emersione spontanea delle basi
imponibili.
[4] Detta anche scissione dei pagamenti, è una forma di
liquidazione Iva. Questo provvedimento prevede che, nei rapporti tra aziende o
professionisti e la Pubblica Amministrazione, sia quest'ultima a contribuire
l'imposta relativa alla transazione. Questa procedura, diventata operativa a
partire dal 1° luglio 2017, devia dalla regola generale secondo cui l'Iva viene
addebitata in fattura al cliente e poi versata alle casse dell'Erario dal
fornitore, ma impone invece che sia la Pubblica Amministrazione a farlo
direttamente.
[5] E’ un’operazione fittizia o
inesistente che avviene tra varie società in UE appositamente create a questo
scopo. Questo tipo di illecito termina nella richiesta di rimborso Iva non
spettante.