Yacht sequestrato all'oligarca russo: «L'Italia ha speso 30 milioni per la manutenzione»

Il gigayacht “A” resta bloccato a Trieste, con 30 milioni di spese sostenute dallo Stato. La Corte UE deciderà sul ricorso nel 2026.

27 dicembre 2025 17:44
Yacht sequestrato all'oligarca russo: «L'Italia ha speso 30 milioni per la manutenzione» - Le immagini da Ansa
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TRIESTE - Dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2026 la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sul ricorso presentato dalla società Valla Yachts, formalmente proprietaria del gigayacht “A”, la più grande barca a vela al mondo. Il panfilo era stato sottoposto a congelamento amministrativo tra l’11 e il 12 marzo 2022 perché, secondo lo Stato italiano, riconducibile ad un oligarca bielorusso vicino a Putin, e bloccato in relazione all’invasione dell’Ucraina. L’imbarcazione, stimata 530 milioni di euro, è rimasta nel Golfo di Trieste da allora.

Spese per la manutenzione

Secondo quanto riportato oggi da Il Piccolo, i costi sostenuti per la gestione e la manutenzione del yacht dal 2022 ammonterebbero a circa 30 milioni di euro, a carico dello Stato italiano.

Struttura proprietaria e controversie

Il panfilo è intestato a Valla Yachts, società con sede alle Bermuda, e conferito a un trust gestito da un trustee svizzero. Lo scorso marzo, i giudici europei avevano respinto un precedente ricorso dell'oligarca, confermando il congelamento del panfilo. La Valla Yachts ha quindi depositato un nuovo ricorso al Tar del Lazio, rinviato ai giudici europei per pregiudiziale, in attesa di una decisione definitiva.

Gestione e prospettive

Al termine del conflitto in Ucraina, l’Italia potrebbe richiedere la restituzione delle spese sostenute per il mantenimento e il rilascio del gigayacht.

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