Il campanile di Caorle, rosso di mattoni, dalla singolare forma cilindrica, con la cuspide alta e slanciata, prende fuoco.
Questa per fortuna non è una notizia di cronaca, ma un evento che si ripete ogni secondo weekend di luglio, quando l’illuminazione del campanile con luci rosa e rosse ricorda un vero incendio che fu devastante per la fede dei Caorlotti.
Probabile torre di avvistamento medievale, a difesa dell’insediamento che dal IX secolo era circondato da mura a protezione di invasori provenienti da terra e da mare, con i suoi 44 metri di altezza il campanile è il simbolo di Caorle, borgo storico sulla costa adriatica veneta.
La storia di Caorle, isola tra mare e laguna, si inizia a leggere proprio in Piazza Vescovado dove all’originale campanile si affianca il Duomo di origine bizantina, dall’interno romanico tanto semplice quanto solenne, diviso in tre navate da un’alternanza di pilastri cruciformi e colonne sormontate da capitelli di forme diverse.
Chiedete ai Caorlotti la leggenda di quella che loro chiamano Madonnina del Mare, e chiunque, guardando verso est, inizierà dicendo: “Là in un paese dove cielo e mare si incontrano”. La leggenda, risalente al VII secolo, vuole che i pescatori di un non meglio precisato paese sulla costa dalmata abbiano messo una statua della Madonna su un masso per proteggerla da un imperatore distruttore di simboli e l’abbiano messa in mare. La Madonna sul masso – entrare nel santuario per vederlo – arrivò a Caorle.
Dopo le prime indecisioni la statua venne collocata nella chiesetta che sorgeva dove oggi c’è il santuario di forme settecentesche, sorto su preesistenti costruzioni pagane e medievali. Si dice che il buon pescatore caorlotto passi ogni giorno a salutare la Madonnina che fino agli anni ’50 del Novecento vegliava sul vicino porto della Sacheta da dove i pescatori prendevano il mare. Si capisce quindi lo sconcerto quando il 31 gennaio del 1923 la conseguenza di un maldestro furto fece incendiare la chiesa e la statua della Madonna.
I Caorlotti, decisi e appassionati allora come oggi, commissionarono una copia ad un maestro gardenese. La statua arrivò a Venezia e da qui venne portata a Caorle in processione via mare il 22 luglio del 1923. A memoria dell’incendio e della processione, ogni secondo fine settimana di luglio Caorle organizza una processione della statua dal Santuario al Duomo con illuminazione, l’incendio appunto, del campanile a ricordo della devastante vicenda. La grande processione a mare viene invece rievocata ogni cinque anni a settembre con la statua della Madonna che dal porto canale del centro storico, attraverso la Livenza e la foce a Porto Santa Margherita, viene trasportata dalla grande barca Caorlina governata dalla forza di remi e braccia di 24 vogatori. La passione della gente di Caorle, fiera di appartenere ad un’isola fatta di tradizioni, storia e futuro, si vive ancora tutta in queste feste.
Foto Caorle.com