Iss: ad aprile 44% delle infezioni nelle Rsa, il 24,7% in famiglia
Secondo uno studio preliminare sulle fonti di infezione condotto dall'Istituto superiore di Sanità su circa 4500 casi di coronavirus notificati tra l'1 e il 23 aprile, presentato alla conferenza stamp...
Secondo uno studio preliminare sulle fonti di infezione condotto dall'Istituto superiore di Sanità su circa 4500 casi di coronavirus notificati tra l'1 e il 23 aprile, presentato alla conferenza stampa di oggi, il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro.
Secondo i modelli matematici elaborati dall'Iss e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, presentati nella conferenza stampa di approfondimento epidemiologico, l'indice Rt, che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, già dal 6 aprile si attestava mediamente a un valore tra 0,2 e 0,7, considerando l'intero Paese.
E' l'indice che rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l'applicazione delle misure di contenimento dell'epidemia stessa.L'Istituto ha pubblicato uno schema che riporta il valore di Rt nelle diverse regioni italiane, escludendo quelle per cui il dato non è considerato sufficientemente stabile: si va dal valore medio massimo dell'Emilia-Romagna con 0,71 al minimo della Sicilia con 0,34; la Lombardia è allo 0,40, mentre il Piemonte non è indicato.
Rt, sottolineano gli esperti dell'Iss, "è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella Fase 2. La differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure successive a questa fase.
Il valore di Rt, che sarà pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia".