Eredità digitale e immortalità: Marco Aurelio Cutrufo dopo TEDx Rovigo 2025

"Vae Absentibus: guai agli assenti, perché i morti non possono difendersi". L'E-Reputation Manager rivela i pericoli dell'immortalità digitale: tra Facebook-cimitero e anime digitali, il dovere di custodire la nostra storia

14 ottobre 2025 18:30
Eredità digitale e immortalità: Marco Aurelio Cutrufo dopo TEDx Rovigo 2025 -
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"Siete pronti per l'altro mondo?". Con questa domanda Marco Aurelio Cutrufo ha aperto il suo talk al TEDx Rovigo 2025 (presto online), come promesso nell'intervista pre-evento. Per 18 minuti, la platea del Teatro Sociale è stata trasportata in un viaggio inquietante tra reputazione digitale, immortalità dei dati e i pericoli per chi non protegge la propria eredità digitale. Lo abbiamo incontrato il giorno dopo per scoprire tutto.


Professore, com'è andata sul palco del TEDx Rovigo?

Una delle esperienze più belle della mia vita. Ho conosciuto persone meravigliose e preparate: organizzatori, speaker e persino spettatori. Essere accolto dall'elegante Rovigo è stato così naturale. Avere l'opportunità di lanciare un messaggio autentico a più di 500 persone dal vivo è stato emozionante.

Quale messaggio autentico ha voluto trasmettere?

Che viviamo nella Reputation Economy: il tuo valore dipende da come gli altri – umani e macchine – ti percepiscono digitalmente. E questo influenza tutto: lavoro, ricchezza, relazioni, salute, autostima.

Sul palco ho fatto una battuta: "Persino il vostro frigo potrebbe dirvi: 'Lo so che sei a dieta... ma so anche del tiramisù che ti sei sgraffignato di nascosto'". Hanno riso, ma il messaggio è serio: le macchine ci conoscono, ci giudicano, ci controllano. Dobbiamo imparare a fare buona impressione e conviverci.

Lei sostiene che non siamo più solo carne e ossa. Cosa siamo allora?

Siamo i primi tre risultati di Google quando qualcuno ci cerca. Quello che le intelligenze artificiali dicono di noi. Quelle recensioni a una stella che ci fanno perdere clienti. Quel video imbarazzante che non riusciamo più a cancellare.

Sono gli algoritmi che mostrano chi siamo online. E questo decide il nostro destino.

Ha coniato un nuovo motto: "Vae Absentibus". Cosa significa?

Ai tempi dei Romani si diceva Vae Victis – guai ai vinti. Io dico: Vae Absentibus – guai agli assenti. Perché i morti non possono difendersi. Questa è la parte davvero inquietante del mio talk.

Facebook è il cimitero più grande al mondo. Ogni giorno si aggiungono 10.000 nuovi profili di persone decedute. I dati rimangono per sempre, creando l'immortalità digitale di chi non c'è più. Con due pericoli enormi.

Quali pericoli?

Il primo: i profili dei nostri cari vengono hackerati e trasformati in armi contro i vivi. Contro di noi.

Il secondo: esistono aziende che rivendono i dati dei defunti come "anime digitali", una resurrezione virtuale che illude di poter annullare il lutto nel momento di massima debolezza. E che può far perdere la ragione.

Ci spieghi meglio: cos'è un'anima digitale?

Quando siamo vivi abbiamo un'identità digitale: l'insieme dei dati che ci identificano, ci descrivono e si associano al nostro nome. Ma cosa accade quando non ci siamo più? Noi torniamo polvere, i dati rimangono per sempre. È l'immortalità digitale.

Se questi dati rimanessero lì, rispettati e inutilizzati, sarebbe perfetto. Peccato che non funzioni così. Un domani potremmo essere trasformati – senza nostro consenso – in robot parlanti o ologrammi che dicono e fanno cose mai approvate. La nostra identità diventa un'anima incorporata in un oggetto fuori dal nostro controllo.

Anima? Non è una parola esagerata?

Sì e no. Sono credente e per me "anima" ha un significato spirituale ben preciso. Uso questo termine in modo provocatorio: non credo sia un'anima reale, ma una perversione della superbia umana.

Le persone che amiamo esistono e devono essere conservate in un solo posto: il nostro cuore. Smettiamo di tentare di emulare e ingannare noi stessi. L'identità digitale non deve trasformarsi in anima digitale, che è un'illusione profonda, irrispettosa e pericolosa.

Sembra inquietante, ma per gli scettici: perché non si dovrebbe fare?

Chi controlla l'anima digitale? Chi la compra, l'azienda che crea la tecnologia, L'hacker di turno? O un’altra opzione.Nessuno. Perché l'intelligenza artificiale che simula il nostro caro è imprevedibile!.

Quel che è certo è questo: la versione digitale di mamma "dall'aldilà" ha un potere manipolatorio reale su di noi. Ci trasforma patologicamente in persone fragili e consumatori manipolabili a vita.

Esistono già esperimenti di "nonna" che ti consiglia – a scopi pubblicitari – di lavarti i denti con quel dentifricio specifico. Influenza subdola. Follia pura.

Qual è la soluzione? Come si dovrebbe fare?

La vita e la morte hanno bisogno di rispetto, privacy, silenzio. Punti fermi non negoziabili.

L'immortalità digitale richiede testimoni come noi che depositano il presente per proteggere il passato e illuminare il futuro. Il "come" l'ho spiegato al TEDx, ma è anche il progetto su cui sto lavorando: rendere accessibile a tutti il modo per tenere al sicuro sé stessi ed i propri cari. Per sempre.

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