Si sposa in hospice accanto alla madre malata, Sara a Nordest24: «Mamma si è spenta vivendo il suo sogno»
Matrimonio in hospice a Treviso accanto alla madre malata: la sposa Sara Fabris si racconta a Nordest24.
TREVISO - Il sogno di vedere la propria figlia sposarsi, di vederla prepararsi, indossare l'abito da sposa e camminare verso il suo futuro marito. Il sogno di tutte le mamme, anche di mamma Federica. Il matrimonio era il sogno anche di sua figlia, Sara Fabris, prima che la malattia colpisse la madre. «Da quel momento il matrimonio era diventato un incubo. Non volevo più nemmeno pensare a quel momento, non con mia madre malata», racconta Sara a Nordest24. Eppure quel sogno si è avverato: mamma Federica ha potuto vedere sua figlia sposarsi, prima di andarsene per sempre.
La malattia di mamma Federica
«Mamma si è ammalata a giugno del 2024. È stato un incubo vedere la propria madre spegnersi lentamente», racconta Sara. «Ci siamo trovati di fronte a una diagnosi e ci siamo chiesti: “E adesso? Cosa facciamo?” Davanti a noi solo buio e dubbi. Liste d'attesa lunghissime, visite urgenti spesso a pagamento, pur di accelerare i tempi. Le prime cure inizialmente hanno avuto esito positivo, con la massa tumorale ridotta del 50%. Poi è arrivata la recidiva, non dopo tre anni come spesso si teme, ma appena qualche mese dopo. La malattia è tornata a fine aprile e da lì la sentenza definitiva: un anno di vita. Le terapie non rispondevano più, i farmaci non funzionavano.».
Il trasferimento all'Hospice Casa dei Gelsi
«Non solo le terapie non funzionavano più, ma sono comparsi effetti collaterali rarissimi.», prosegue Sara. «Mamma era seguita dallo IOV di Padova. Negli ultimi mesi di vita abbiamo deciso di trasferirla all'Hospice Casa dei Gelsi di Treviso, dell'associazione ADVAR. Da lì tutto è cambiato. Già il primo giorno mamma è stata accolta da un'infermiera con un enorme sorriso. Non era più una paziente, era una persona. Quello non era un posto per morire, ma un luogo per cercare di ritornare ad una sorta di normalità. Dopo tanti mesi era felice, non sembrava malata».
La decisione del matrimonio
A fine agosto è arrivata la decisione del matrimonio. «Era tutto perfetto all'Hospice: la stanza di mamma vicino al giardino, lei che poteva uscire grazie al sostegno delle persone meravigliose che lavorano lì. Non c'erano altre possibilità, le restavano pochi mesi e, dopo l'ok dei medici, abbiamo deciso: ci sposiamo. Abbiamo organizzato tutto in cinque giorni. Non l'abbiamo detto a nessuno, nemmeno ai miei genitori. A mia madre lo abbiamo comunicato due giorni prima ed è scoppiata a piangere. Mio papà mi ha colpito tantissimo: era un fiume in piena, felicissimo».
Il giorno del matrimonio
Per Sara, l’idea delle nozze con Jacopo era legata a immagini precise: il cammino verso l’altare accanto al padre Sergio, la madre presente tra i parenti, l’organizzazione condivisa con la zia Patrizia e le amiche. «Eravamo in 10. Due amiche, tra cui la testimone, insieme a mia zia e il fratello di Jacopo. C'erano anche alcuni infermieri. Il sostegno è stato enorme. Hanno aiutato mia mamma a truccarsi, a vestirsi e a mettere lo smalto. L'emozione è stata fortissima».
Gli ultimi giorni della madre
«L'ho vista spegnersi giorno dopo giorno, mentre la malattia avanzava. Mamma è riuscita a festeggiare il compleanno l'8 settembre e il 17 settembre si è spenta. Il destino non è stato gentile con lei. Anche sua madre era morta per un male simile e lei ha vissuto ciò che ho vissuto io in questi mesi. Mia madre era buona con tutti. Una malattia non è mai giusta, per nessuno, però spesso mi sono chiesta il perché di un destino così avverso».
Il grazie ad ADVAR
Sara, durante tutta l'intervista, non ha mai smesso di ringraziare ADVAR, che ha seguito Federica garantendo assistenza professionale, sia sanitaria sia umana, attraverso un’équipe specializzata in Cure Palliative. L’associazione opera per assicurare qualità della vita, rispetto della persona e supporto continuo anche ai familiari. Oltre alle cure, ADVAR offre ascolto, orientamento assistenziale, sostegno psicologico durante la malattia e accompagnamento nel percorso del lutto, rappresentando un punto di riferimento costante nei momenti di maggiore fragilità.
Le parole di Sara su ADVAR
«Il mio più grande grazie va ad ADVAR, per l’amore che ci hanno donato, in particolare a mia madre, e per il sostegno che ci stanno dando anche adesso, dopo la sua morte. Quell'Hospice è un posto d'amore. Hanno fatto stare bene mamma e hanno realizzato il nostro sogno. Sceglierli è stata la miglior cosa. Con loro ho imparato l’importanza di aiutare, fare donazioni a queste associazioni e soprattutto l’importanza di fare del bene agli altri».