Omicidio Diarra: i legali si oppongono all’archiviazione e richiedono nuove indagini

I legali dei familiari di Moussa Diarra si oppongono all’archiviazione e chiedono ulteriori indagini e imputazione coatta.

05 dicembre 2025 17:58
Omicidio Diarra: i legali si oppongono all’archiviazione e richiedono nuove indagini -
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VERONA – Nuovo capitolo nel caso della morte di Moussa Diarra, il migrante maliano deceduto il 20 ottobre 2024 nella stazione di Verona per mano di un agente della Polfer. Gli avvocati Paola Malavolta, Francesca Campostrini, Fabio Anselmo e Silvia Galeone, rappresentanti dei familiari della vittima, hanno formalmente contestato oggi la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura scaligera.

Richiesta di nuove indagini o imputazione coatta

I legali hanno chiesto al gip di valutare due possibili scenari: lo svolgimento di ulteriori indagini per acquisire nuovi elementi o, in alternativa, la formulazione di un’imputazione coatta per i reati di omicidio colposo ed eccesso colposo.

Nell’atto di opposizione, gli avvocati sottolineano come il comportamento dell’indagato sia stato gravemente negligente e imprudente, generando una situazione di pericolo che ha portato alla morte di Diarra. L’atto evidenzia inoltre che l’intervento dell’agente ha avuto caratteristiche di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso) eseguito di fatto con una pistola, rendendo inapplicabile la scriminante della legittima difesa.

Le motivazioni dei legali

Secondo i legali, non è possibile considerare l’azione dell’agente come necessaria a difesa propria o di terzi, poiché la condotta ha creato un rischio concreto e diretto alla vita della vittima. L’opposizione insiste sulla gravità delle circostanze e sulla necessità di accertamenti approfonditi per chiarire dinamiche e responsabilità.

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