Era stato operato il 10 novembre 2020 all’ospedale civile di Udine e il decorso post operatorio sembrava regolare, ma la notte del 20 novembre in poche ore si è consumato il dramma: inutile la corsa al Pronto Soccorso, un’inspiegabile e “incontrollabile” emorragia se lo è portato via, a soli 51 anni.
La Procura di Udine, riscontrando l’esposto presentato dalla moglie della vittima, che è assistita da Studio3A-Valore S.p.A., ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, per ora contro ignoti, per la morte di Carlo Quazzo, di Lestizza, e ha disposto l’autopsia sulla salma.
Quazzo, che oltre alla moglie lascia quattro figli, due dei quali ancora piccoli, e che era molto conosciuto e ben voluto nel suo comune (abitava nella frazione di Sclaunicco), per il quale si era anche candidato come consigliere comunale alle ultime elezioni, era stato sottoposto a un intervento di legatura delle varici esofagee, un’operazione sulla carta di routine e perfettamente riuscita a detta dei medici, tanto da essere dimesso già l’indomani, cioè l’11 novembre.

Tutto procedeva bene fino a venerdì 20 novembre quando il cinquantunenne, operaio della Aereco di Campoformido, si è svegliato all’improvviso con una sensazione di ingombro allo stomaco e, soprattutto, ha cominciato a vomitare sangue. La moglie l’ha accompagnato di corsa in macchina al pronto soccorso di Udine ma, causa Covid, non è potuta restare al suo fianco ed è dovuta rientrare a casa. Alle 4.30, tuttavia, i sanitari, che nel frattempo avevano sottoposto Quazzo a una gastroscopia, l’hanno chiamata al telefono riferendole di gravi complicanze e invitandola a tornare urgentemente in ospedale. Ma la donna non ha fatto a tempo: al suo arrivo, alle 4.50, i medici le hanno comunicato il decesso del marito causato, a quanto le è stato detto, da una “perdita incontrollata di sangue dalle varici esofagee”.
Sconvolta dal dolore, e non riuscendo a capacitarsi dell’improvvisa tragedia, dopo essersi ripresa dallo shock la signora ha deciso di andare a fondo: attraverso il responsabile della sede di Udine, Armando Zamparo, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nelle tutela dei diritti dei cittadini, ed è stato presentato un esposto nel quale è stato chiesto all’autorità giudiziaria di disporre il sequestro della salma per procedere ad un esame autoptico onde chiarire le cause della morte e accertare se vi siano eventuali responsabilità penali da parte dei sanitari nel decesso ed, in particolare, se questo possa essere ricondotto a errati trattamenti in occasione dell’intervento chirurgico subito pochi giorni prima dalla vittima proprio alle varici esofagee.
Accogliendo le istanze, il Pubblico Ministero della Procura di Udine, dott.ssa Letizia Puppa, ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, e ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e la perizia autoptica nominando a tal fine come propri consulenti tecnici il dott. Antonello Cirnelli, noto medico legale, e il dott. Ernesto Angelucci, primario di Chirurgia Generale del Policlinico San Giorgio di Pordenone: l’incarico sarà conferito giovedì 3 dicembre, alle 9.30, presso l’ufficio di Polizia Giudiziaria del Tribunale, e l’esame sarà effettuato a seguire, alle 10, presso il cimitero di San Vito di Udine, dove la salma è conservata in attesa di sepoltura (i funerali sono già stati celebrati). Alle operazioni peritali parteciperà anche un medico legale messo a disposizione da Studio3A come consulente di parte della famiglia, che si aspetta verità, prima ancora che giustizia.