Questa città veneta sta conquistando i turisti stranieri tra luci, mercatini e presepi
Tra mercatini, luci, presepi nell’Arena e un centro storico a misura di passeggiata.
Nel periodo natalizio il Veneto ha molte destinazioni capaci di richiamare visitatori, ma ce n’è una che, più di altre, sta consolidando un’identità precisa: Verona. Non soltanto città d’arte, non soltanto “meta romantica” per definizione: nelle settimane delle festività, la città scaligera diventa un concentrato di scenografie urbane, tradizioni mitteleuropee, appuntamenti culturali e piccole ritualità che rendono l’esperienza immediatamente riconoscibile anche per chi arriva dall’estero.
A confermare quanto la provincia veronese sia sempre più internazionale sono anche i numeri: nei primi nove mesi del 2025 le presenze turistiche in provincia hanno superato 17,2 milioni, con una quota di presenze straniere pari a oltre 14 milioni, cioè l’81,4% del totale. Un dato che fotografa una vocazione che non riguarda solo l’estate del Garda, ma un sistema territoriale capace di lavorare su più stagioni e su più motivazioni di viaggio.
Il primo motivo è semplice: Verona, nel periodo natalizio, funziona benissimo come destinazione “walkable”, da attraversare senza stress, con un centro storico compatto e scenografico. Qui l’esperienza non è fatta di un singolo evento, ma di una sequenza di tappe: si entra in città e, passo dopo passo, si passa dalle luci alle casette in legno, dalle piazze monumentali alle vie con vetrine e profumi, fino ai luoghi simbolo che diventano cartoline.
È una formula che piace molto ai turisti stranieri perché mette insieme tre elementi: storia (l’impianto romano e medievale), atmosfera (decorazioni e illuminazioni), e contenuti (mercatini, rassegne, appuntamenti). Verona, in altre parole, non propone solo “cose da comprare”, ma cose da vedere e raccontare.
Il cuore dell’esperienza natalizia è legato ai Mercatini di Natale 2025, che si svolgono dal 21 novembre al 28 dicembre e si articolano su più aree della città: la sede principale è in Piazza Bra, con estensioni in Piazza dei Signori e in Piazza Sacco e Vanzetti.
La scelta di distribuire la manifestazione su più punti ha un impatto immediato: alleggerisce la pressione in un solo luogo, ma soprattutto crea un vero “percorso” tra spazi diversi del centro. Dal punto di vista di chi visita, significa trasformare il mercatino in un itinerario: si passa dalla monumentalità dell’Arena alla trama più raccolta delle piazze storiche, con scorci che cambiano continuamente.
Tra le casette si trovano artigianato, idee regalo, addobbi, prodotti in legno e ceramica, ma anche una parte gastronomica che, per molti visitatori, è il motivo vero della sosta: dolci, specialità da strada, bevande calde, profumi che fanno immediatamente “Natale”. E qui Verona aggiunge un dettaglio che la rende riconoscibile: la collaborazione con il Christkindlmarkt di Norimberga, che ha contribuito a costruire negli anni l’immaginario “nordeuropeo” del mercatino scaligero.
C’è un’immagine che, nel periodo natalizio, torna in modo ricorrente nei contenuti social dei turisti stranieri: Piazza Bra con l’Arena sullo sfondo e la grande stella cometa che domina la scena. È un simbolo potente perché unisce due icone: il monumento più famoso della città e un segno visivo immediatamente natalizio, leggibile senza spiegazioni.
Quella stella, nella percezione dei visitatori, diventa un “punto zero”: ci si dà appuntamento lì, si scatta la foto lì, si comincia il giro lì. Ed è esattamente il tipo di elemento che rende una destinazione “memorabile” per Discover: un luogo riconoscibile in un colpo d’occhio, facile da raccontare, con un impatto estetico forte.
Se i mercatini sono la parte più popolare, l’Arena aggiunge la dimensione culturale e identitaria. Nel periodo natalizio, infatti, trova spazio una rassegna che è ormai una tappa quasi obbligata per chi visita la città: “Presepi dal mondo”, con opere e allestimenti ispirati alla Natività ospitati negli spazi interni dell’anfiteatro, in un contesto che rende l’esperienza diversa da qualsiasi altra città.
Non è solo una mostra: è un modo di entrare nell’Arena “da dentro”, in una versione invernale e raccolta, lontana dall’immagine estiva dei grandi concerti. Il valore aggiunto è proprio questo: il Natale, a Verona, non si limita alle piazze, ma coinvolge anche i luoghi monumentali in chiave esperienziale.
Chi arriva in città per un fine settimana natalizio tende a muoversi in un perimetro preciso, e Verona in questo è “facile”. Un percorso tipico, costruito per essere completo senza diventare faticoso, può partire da:
Piazza Bra: mercatini, atmosfera, scorcio sull’Arena e la parte più “iconica” del Natale veronese.
Via Mazzini e le vie dello shopping: qui il Natale è fatto di vetrine, flussi continui e soste nei locali.
Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori: cuore medievale e rinascimentale, dove la dimensione del mercatino cambia e diventa più “raccolta”, perfetta per chi cerca il lato più storico della città.
Ponte Pietra e lungadige: per chi vuole inserire un momento “panoramico” e respirare la Verona più fotografata.
Questa sequenza funziona perché alterna “pieno” e “vuoto”: piazze animate e tratti più tranquilli, momenti di acquisto e momenti di passeggiata, scenografie natalizie e scorci d’arte.
Il turismo natalizio non è solo un turismo di immagini: è un turismo di sapori. Nei mercatini e nei dintorni, l’elemento gastronomico diventa parte integrante dell’esperienza. A Verona, la componente “food” è doppia: da un lato l’impronta dei mercatini in stile mitteleuropeo, dall’altro le tradizioni locali che emergono nei locali del centro e nelle osterie.
Per molti visitatori stranieri, il passaggio chiave è proprio questo: vivere un Natale che abbia un gusto “italiano” ma con un format comprensibile anche a chi arriva dal Nord Europa. In altre parole: tradizione, sì, ma in una forma accessibile e immediatamente fruibile. LEGGI ANCHE: Natale a Nordest? Cosa si mangia il 25 dicembre in Veneto e Friuli. Sapori e tradizioni
Verona non si muove da sola. Il territorio attorno – e in particolare l’attrazione del sistema Garda e delle destinazioni provinciali – amplifica l’interesse e aumenta la permanenza. Il report della Camera di Commercio descrive una provincia fortemente trainata dal turismo internazionale, con una presenza straniera dominante e con mercati di provenienza molto chiari: la Germania resta il primo Paese, seguita da Paesi Bassi e Regno Unito, con Austria e Danimarca tra i principali contributori.
Questa geografia dei flussi spiega anche la “naturalezza” con cui Verona riesce a intercettare turismo invernale: chi frequenta il Veneto per vacanze e city break tende a riconoscere Verona come una tappa logica, comoda, e altamente spendibile dal punto di vista dell’esperienza.
Nel periodo natalizio Verona richiama molti visitatori e, proprio per questo, la differenza la fa l’organizzazione del tempo.
Arrivare presto nel pomeriggio consente di vivere i mercatini con più tranquillità e di riservare la sera alle luci e alle foto in piazza. Chi cerca una visita più “culturale” può inserire la tappa in Arena per la rassegna dei presepi e poi chiudere con la passeggiata nelle piazze storiche.
E, soprattutto, vale una regola semplice: Verona si gode meglio lasciando spazio alle soste. Una cioccolata calda, un passaggio lento tra le casette, un angolo di città visto senza fretta: è questo che, per molti turisti stranieri, diventa il vero motivo per cui “Verona a Natale” resta impressa e viene consigliata.