Neve a Nordest: ecco dove e quando cadrà in Friuli e Veneto

Neve in Veneto e Friuli: scenari e date tra 1 e 7 gennaio 2026, con le aree più esposte e le quote più probabili.

31 dicembre 2025 16:19
Neve a Nordest: ecco dove e quando cadrà in Friuli e Veneto -
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Il Nordest si avvia al cambio d’anno con un quadro meteorologico freddo ma spesso asciutto, tipico delle fasi dominate da correnti settentrionali e da cieli più aperti. Per chi si chiede quando e dove potranno tornare i fiocchi tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, la risposta – alla luce degli aggiornamenti più recenti – passa da due parole chiave: quote e finestra temporale. Nel breve periodo, infatti, la neve resta soprattutto un affare di montagna; più avanti, tra il 3 e il 6 gennaio 2026, alcuni scenari indicano una maggiore probabilità di passaggi perturbati in grado di riportare precipitazioni e, localmente, anche nevicate a bassa quota, ma con variabili ancora da consolidare.

Sul Veneto la fotografia di mercoledì 31 dicembre 2025 è quella di una giornata in prevalenza serena o poco nuvolosa, con temperature in calo e valori sottozero anche in pianura nelle ore serali. In quota, ARPAV segnala venti tesi da nord-nordovest e possibili episodi di Foehn nelle valli, un elemento che tende a rendere l’aria più secca e a ridurre le precipitazioni, pur aumentando la sensazione di freddo in alcuni settori esposti.

In Friuli-Venezia Giulia, il quadro è simile: cielo in prevalenza sereno, clima piuttosto freddo e gelate diffuse. La costa può risentire di ventilazione sostenuta (Bora su alcune aree), mentre in pianura le temperature restano contenute e spesso prossime allo zero o sottozero nelle ore notturne.

Tradotto per la neve: nessun segnale robusto per fiocchi in pianura tra la fine del 2025 e l’avvio del 2026, mentre in montagna il manto nevoso risulta spesso irregolare e molto condizionato dal vento (accumuli disomogenei, zone scoperte e accumuli da trasporto eolico).

1-2 gennaio 2026: aumenta la nuvolosità, ma la neve resta alta di quota

Dalla giornata di giovedì 1 gennaio 2026, per il Friuli-Venezia Giulia si profila l’ingresso di correnti occidentali più umide: OSMER descrive un contesto con nuvolosità in aumento e una fase in cui l’atmosfera diventa via via più “carica”, pur senza indicare in modo netto un evento nevoso in pianura. È un passaggio importante perché segna la fine del dominio “secco” e l’avvio di un periodo potenzialmente più dinamico.

In Veneto, la tendenza resta simile: prevale un tempo stabile con nubi in aumento e precipitazioni in genere assenti o molto deboli, con una probabilità bassa di fenomeni a fine giornata e, al più, qualche episodio di pioggia mista a neve in aree limitate e più esposte, in particolare lungo la pedemontana (quando l’aria fredda nei bassi strati riesce a resistere).

In questa fase, quindi, la neve “vera” rimane più probabile:

  • sulle Dolomiti venete e sulle cime più alte, dove il quadro nivologico non mostra grandi variazioni nel brevissimo periodo;

  • sulle Alpi Carniche e Giulie, con attenzione alle aree di cresta e ai canaloni dove il vento può formare accumuli instabili.

La finestra più interessante: 3-5 gennaio 2026, possibile ritorno di fiocchi anche più in basso

La parte davvero “sensibile” della previsione, quella che sta catturando l’attenzione di chi aspetta la neve anche a quote più basse, si colloca tra sabato 3 e lunedì 5 gennaio 2026. Diversi aggiornamenti di scenario indicano la possibilità di un passaggio più perturbato legato al flusso associato a una depressione, con nuvolosità più estesa e nevicate soprattutto sui settori alpini e prealpini; in alcune situazioni, se lo strato freddo al suolo regge, non viene esclusa una neve più bassa rispetto ai giorni precedenti.

Qui però entra in gioco il punto decisivo: nel Nordest la differenza tra pioggia e neve a quote medio-basse spesso dipende da dettagli come:

  • intensità delle precipitazioni (se deboli, è più facile che resti pioggia o pioggia mista);

  • tenuta dell’aria fredda al suolo (nebbie e inversioni termiche possono aiutare le pianure interne, mentre la costa è più vulnerabile a richiami miti);

  • direzione del vento (Bora e correnti da nordest favoriscono il mantenimento del freddo sul Friuli; venti occidentali miti possono alzare la quota neve).

In pratica, tra 3 e 5 gennaio le zone più “candidate” a vedere neve o neve mista, qualora il freddo nei bassi strati resista, sono:

  • Pedemontana veneta (fascia tra Prealpi e pianura, con episodi localizzati);

  • Alto Friuli e Tarvisiano (qui la neve è più probabile anche con precipitazioni non intensissime, grazie alle quote e al microclima);

  • Carnia e Alpi Giulie (scenario favorevole per nevicate e accumuli, con variabilità legata al vento).

Verso l’Epifania: cosa aspettarsi tra 6 e 8 gennaio 2026

Guardando alla settimana dell’Epifania, alcune proiezioni mettono in evidenza un Nord Italia a tratti più esposto a impulsi freddi e a possibili passaggi perturbati: è una fase in cui lo scenario può oscillare tra giornate di schiarite e nuove nuvolosità, con neve che tende a concentrarsi ancora una volta sui settori alpini di confine e sulle aree interne più fredde.

Per Veneto e Friuli, il punto da monitorare resta lo stesso: se l’eventuale perturbazione arriva con un richiamo mite troppo marcato, la quota neve sale e le pianure vedono pioggia; se invece entra aria più fredda e lo strato freddo resta intrappolato nei bassi livelli, allora aumentano le possibilità di fiocchi più in basso, almeno tra pedemontana e alcune aree interne.

Dove è più probabile vedere neve, area per area

Nel linguaggio pratico di chi deve organizzarsi (viaggi, spostamenti, montagna, sci), le indicazioni più solide in questo momento si possono riassumere così:

Dolomiti e Prealpi venete
Nevicate possibili a fasi, con maggiore interesse nella finestra 3-5 gennaio; attenzione al vento in quota e alle condizioni del manto.

Pianura veneta
Probabilità bassa nel breve; da tenere d’occhio solo eventuali episodi di pioggia mista a neve o brevi finestre favorevoli lungo la fascia pedemontana quando l’aria fredda riesce a resistere.

Alto Friuli, Tarvisiano, Carnia
Sono le aree con la probabilità più alta di neve “naturale” nei prossimi giorni, grazie alle quote e alla maggiore facilità con cui l’aria fredda resta presente.

Pianura friulana e costa
Fase fredda e spesso asciutta a cavallo tra fine dicembre e inizio gennaio; le eventuali precipitazioni tendono a essere più difficili da trasformare in neve fino in pianura, soprattutto vicino al mare.

Anche quando non nevica, l’inverno nel Nordest presenta un’insidia ricorrente: gelate e tratti stradali con ghiaccio nelle ore più fredde, soprattutto nelle aree interne e in pianura quando il vento si attenua. È un elemento coerente con il quadro freddo di fine dicembre e inizio gennaio, che può creare criticità alla guida anche senza precipitazioni.

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