Il grande Olivieri: a Padova una mostra che celebra la monumentalità della pittura astratta

A Padova la mostra “Il grande Olivieri” porta in galleria dodici opere monumentali dell’artista astratto.

18 novembre 2025 10:00
Il grande Olivieri: a Padova una mostra che celebra la monumentalità della pittura astratta -
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PADOVA –La galleria Maco Arte, in via Ognissanti 33, inaugura la mostra a ingresso libero “Il grande Olivieri”, un percorso dedicato a Claudio Olivieri (Roma, 1934 – Milano, 2019), tra i più importanti protagonisti dell’astrazione italiana. L’esposizione raccoglie dodici opere realizzate tra il 1967 e il 2010, focalizzandosi su quella parte della sua produzione in cui il grande formato diventa luogo di attraversamento visivo e di profonda immersione percettiva.

Sono lavori che non si limitano a essere superficie: diventano spazio, aprono varchi, assorbono lo sguardo e trasformano la luce in evento. Le grandi tele scelte per questa rassegna rappresentano al meglio la vocazione dell’artista a far “accadere” la pittura, portando chi osserva dentro un’esperienza quasi fisica del colore.

L’eredità della Pittura Analitica e il ritorno al gesto

La mostra ricostruisce il contesto in cui nasce la ricerca di Olivieri: gli anni Sessanta, segnati da un clima culturale in cui la pittura sembrava aver esaurito il proprio percorso. Eppure, proprio allora un gruppo di artisti decise di riaprire la discussione sul dipingere, tornando a gesto, superficie e colore non come espressione immediata, ma come interrogazione metodica.

Il concetto di Pittura Analitica, apparso nel 1974 con la mostra Geplante Malerei, definì questa nuova consapevolezza: la pittura come progetto, come studio dei suoi elementi primi – tela, pigmento, luce, tempo. In questo percorso, Olivieri si impose come una delle presenze più originali, capace di portare la pittura oltre il limite della rappresentazione.

Opere come epifanie di luce

Nelle tele monumentali esposte, la luce non è un elemento che illumina: emerge, affiora come una materia sospesa e cangiante, quasi pulviscolare. Al centro delle opere si manifesta come apparizione, un bagliore che sembra improvvisamente rivelare un mondo nascosto.

Sono quadri-palcoscenico, quadri-monadi, quadri-cellule che evocano origini e orizzonti cosmici, in un dialogo visivo che rimanda alla profondità delle grandi volte barocche. La pittura diventa apertura, movimento, respiro: un invito a perdersi in uno spazio altro.

Un dialogo internazionale di luce e colore

Il curatore Mattia Munari ha scelto di affiancare alla monumentalità di Olivieri tre maestri dell’astrazione internazionale:

  • Tancredi Parmeggiani, con il suo segno lirico e vibrante;

  • Paul Jenkins, protagonista della Lyrical Abstraction americana, capace di far fluire il colore come fenomeno naturale;

  • Sam Francis, con le sue ampie distese cromatiche sospese nel bianco.

Il confronto crea un dialogo atmosferico: energia, luce, trasparenze e ritmo pittorico si intrecciano, facendo emergere affinità e differenze tra sensibilità che hanno ridefinito il rapporto tra colore e spazio.

Una curatela che nasce dalla memoria

La mostra, curata da Mattia Munari in collaborazione con Eleonora Olivieri, figlia dell’artista e fondatrice dell’Archivio, è accompagnata da un catalogo con testo critico di Nicola Galvan.
Munari ricorda il suo legame con Olivieri: un rapporto umano e professionale che risale alla loro prima mostra del 2008. Questa esposizione è la prima realizzata insieme all’Archivio in seguito alla scomparsa dell’artista, un lavoro che intreccia memoria, affetto e rigore curatoriale.

Una carriera che ha segnato la storia dell’arte italiana

Claudio Olivieri, nato a Roma nel 1934, si formò all’Accademia di Brera nel clima dell’Informale. Dopo la prima personale del 1960, partecipò più volte alla Biennale di Venezia (1966, 1980, 1986, 1990), alla Quadriennale di Roma e a Documenta 6 di Kassel. Dal 1993 al 2011 fu docente di Arti Visive alla NABA di Milano.

La sua opera, articolata e profondamente coerente, ha contribuito a ridefinire la pittura come spazio mentale e percettivo, un varco verso l’invisibile che questa mostra restituisce con forza.

Informazioni e orari

La mostra resterà aperta fino al 31 gennaio 2026.
Orari:

  • da martedì a sabato: 10.00–12.30 / 16.00–18.30

  • visite su appuntamento disponibili.

Un’occasione preziosa per incontrare l’opera di un artista che ha trasformato la pittura in un’esperienza di luce e profondità.

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