Effetto Covid anche sugli pneumatici, in termini finanziari: il 2020 passa alla storia non solo per il crollo delle vendite delle gomme (ma con alcune eccezioni interessanti), ma anche per il sorpasso di Michelin ai danni di Bridgestone, che porta quindi il brand francese al primo posto assoluto nella classifica dei costruttori di pneumatici.
Il mercato delle vendite di gomme in Europa
L’analisi consuntiva di ETRMA, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e gomma, è a tinte fortemente negative: il segmento del primo equipaggiamento (OE) vettura ha subito un decremento di 23 punti percentuali rispetto al 2019 ed è il più colpito in assoluto, ma male è andato tutto il mercato del ricambio. Nello specifico, i pneumatici vettura nel complesso calano del 12%, soprattutto per la flessione delle gomme invernali (-20%) e degli estivi (-13%), mentre in controtendenza si segnalano le gomme all season, che crescono del 5%.
Il calo degli pneumatici stagionali si spiega con l’evoluzione tutta straordinaria del 2020, con il primo lockdown che ha colpito l’Europa tra marzo e aprile e la seconda ondata che ha interessato l’inizio dell’autunno: ovvero, mesi in cui solitamente si acquistano le nuove gomme estive gomme e invernali, anche sui canali specializzati come https://www.euroimportpneumatici.com/,uno dei principali riferimenti italiani; al contrario, le all season hanno conquistato mercato proprio per la loro versatilità, essendo appunto adatte a ogni condizione climatica e stagione.
Come cambia la classifica dei produttori
In uno scenario così particolare, non poteva che esserci uno stravolgimento anche nella classifica dei produttori svelata da Pneus News: solo nella top ten cambiano ben 6 posizioni, e altrettante sono quelle variate nell’altra metà, tra l’undicesimo e il ventesimo posto.
Il movimento più rilevante è ovviamente quello al vertice perché, dopo anni di rincorsa, Michelin è riuscita a superare Bridgestone come fatturato interamente proveniente dalla vendita di pneumatici: il gruppo francese ha chiuso il 2020 a 20.059,6 milioni di euro, mentre il colosso nipponico si è fermato a 19.649,3. Novità anche per il terzo gradino del podio, dove Continental ha scalzato Goodyear di circa 100 milioni di euro: proprio per questa “battaglia”, però, c’è una novità rilevante, perché la Goodyear ha di recente chiuso l’acquisto di Cooper Tires e, verosimilmente, riuscirà entro fine 2021 a ritornare alla medaglia di bronzo come il terzo produttore mondiale dopo Michelin e Bridgestone.
Variazioni in 12 posizioni su 20
Come detto, solo 8 brand sui 20 della classifica hanno mantenuto invariata la propria posizione: tra le altre variazioni citiamo il sorpasso di Hankook ai danni di Pirelli nelle posizioni 6 e 7, l’ascesa di Toyo Tires e LingLong Tire (oggi al posto 11 e 12) che scalzano Giti e Cooper Tires (ora in posizioni 13 e 14) e l’inversione tra Sailun e Mrf Tyres al sedicesimo e diciassettesimo posto. Restano invece stabili Sumitomo Rubber Industries, nota in Europa per il brand Falken (quinto posto), e Yokohama, Zc Rubber e Maxxis, che completano la top 10.
È comunque importante sottolineare che questa classica è fortemente “eurocentrica”, in quanto i risultati finanziari vengono convertiti in euro per il confronto e questo significa che hanno un peso anche le fluttuazioni valutarie. Nel caso di Bridgestone, in particolare, lo yen è debole nei confronti dell’euro da circa tre anni, e quindi la perdita della prima posizione dipende anche da questa situazione.