Politiche per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia: focus sul 14. Congresso della Fim Cisl a Pordenone
Politiche regionali per lo sviluppo del Friuli Venezia GiuliaDurante il 14° Congresso della Fim Cisl a Pordenone, sono emersi quattro pilastri fondamentali per la Regione riguardo alle politiche per l...
Politiche regionali per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia
Durante il 14° Congresso della Fim Cisl a Pordenone, sono emersi quattro pilastri fondamentali per la Regione riguardo alle politiche per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di una gestione attiva dei flussi migratori, percorsi di formazione integrati con le esigenze delle imprese, politiche innovative di welfare e patti territoriali per contrastare la perdita di potere d'acquisto.L'assessore al Lavoro ha sottolineato l'importanza di affrontare la questione migratoria in modo concreto, evitando di trasformarla in una bandiera ideologica. La Regione sta fornendo strumenti per l'integrazione, la formazione e l'inserimento nel sistema economico, promuovendo percorsi di acquisizione di competenze per agevolare l'inserimento professionale e governare il fenomeno migratorio.
È emerso che il Friuli Venezia Giulia ha perso un alto numero di laureati negli ultimi dieci anni, principalmente a causa della mancanza di percorsi di carriera meritocratici e dell'instabilità contrattuale diffusa. Per contrastare questo trend, l'Amministrazione regionale intende potenziare le politiche attive del lavoro, investendo nella formazione tecnica e professionale, anche attraverso gli ITS e le filiere duali scuola-impresa.
Inoltre, si è discusso della necessità di integrare politiche del lavoro efficaci con un sistema di welfare adeguato. Il benessere non riguarda solo l'occupazione, ma anche l'accesso ai servizi e le condizioni che permettono alle persone di scegliere un percorso di vita dignitoso. Il welfare deve essere la risposta concreta alle esigenze di tutte le fasce d'età per attrarre competenze e trattenere talenti nella Regione.
Infine, l'assessore ha sottolineato che il cambiamento richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: politica, sindacati, imprese e singoli imprenditori. Le competenze non si trovano improvvisamente, ma vanno formate, attratte e valorizzate per costruire piani industriali basati sulla programmazione del capitale umano.
ARC/AL/gg