Il mercato dei prodotti alimentari biologici continua a macinare numeri molto importanti in Italia. A fornire un quadro interessante sul settore ci ha pensato, di recente, il rapporto Bio Bank 2024, reso pubblico lo scorso mese di febbraio.
In un Paese noto in tutto il mondo per le sue straordinarie eccellenze alimentari e per la presenza di tantissime piccole aziende che tengono alti i numeri e la fama del settore, esaltando le specificità dei territori in cui sorgono – una di quelle di maggior successo in questo periodo è la trentina Alpenpur, case history interessante anche per via del suo e-commerce di alta qualità – il biologico ha visto crescere, nel 2023, i consumi di oltre il 9%.
Se si considera l’incremento dell’8,7% che ha interessato il comparto l’anno precedente – parliamo ovviamente della crescita rispetto al 2021 – ci si trova davanti a uno scenario che, a ragione, si può definire stellare e resiliente.
Gli italiani, infatti, preferiscono spendere di più, ma mettere in tavola prodotti di altissima qualità e provenienti da filiere controllate.
Tornando un attimo ai numeri, facciamo presente che, a conferma di questa tendenza, è possibile menzionare la crescita degli ultimi 10 anni, con consumi che sono cresciuti del 135%.
I dati più interessanti riguardano in particolare i consumi di prodotti biologici fuori casa, interessati da una crescita del 18,1% nell’arco di un solo anno.
Ad oggi, il loro giro d’affari, sempre secondo il report Bio Bank 2024, corrisponde a circa 1,3 miliardi di euro.
L’export di prodotti biologici parla italiano
Nel corso del 2022, il mercato dei prodotti biologici a livello globale ha visto una crescita dell’8,2% rispetto ai numeri del 2021. Con questo ritmo, è riuscito a cubare un fatturato di 135 miliardi di euro.
Se si guarda ai numeri dell’Europa, è possibile notare una flessione rispetto al periodo della pandemia, con una riduzione, rispetto al 2021, di ben due punti percentuali.
Nel momento in cui si rivolge l’attenzione all’export, si può notare, dal 2013 ad oggi, una crescita vertiginosa, pari al 121%.
Con una domanda nei mercati storici interessata da un generale calo, il nostro Paese si distingue per il fatto di occupare il primo posto sia per quanto riguarda i numeri dell’export, sia per quel che concerne quelli delle aziende che si occupano di trasformazione.
I produttori impegnati nel campo dell’agricoltura biologica sono, nel Bel Paese, attivi in un numero che non ha eguali in Europa. Cosa dire, invece, in merito ai numeri della superficie totale coltivata con metodi bio? Che su scala comunitaria occupiamo il terzo gradino del podio.
La fotografia delle imprese bio in Italia
Il rapporto Bio Bank 2024 fornisce anche una fotografia interessante relativamente al numero e alla tipologia delle imprese bio in Italia. Nel 2023, le attività censite ufficialmente erano 3270 tra negozi, ristoranti, e-shop attivi nella vendita di alimenti e prodotti di cosmesi, profumerie.
Rispetto al 2022, due anni fa è stato possibile registrare una flessione del 5,6%.
Numeri in riduzione per gli esercizi biologici attivi nella ristorazione e nel retail, diminuiti del 9,1%.
A cosa sono dovuti questi segni negativi? Secondo gli autori del report, il calo è da attribuire alla diffusione dei prodotti biologici anche grazie a canali non verticali.
Tra questi, è possibile menzionare la grande distribuzione. Nel corso dell’ultimo decennio, la quota di prodotti bio acquistati attraverso questo canale è passata dal 40 al 58%.
Nel contempo, negli esercizi specializzati è scesa passando dal 36 al 23%.
Un caso particolare riguarda le aziende bio nel campo della cosmesi, la cui perdita di quota è da attribuire sia all’eccesso di quadri disciplinari non ufficiali, sia agli effetti, spesso a dir poco deleteri lato vendite, del greenwashing.