Tra le problematiche che possono riguardare il cavo orale, un doveroso cenno va dedicato alla gengivite. Con questo termine medico, si inquadra un’infiammazione a carico delle gengive, situazione oggettivamente molto fastidiosa.
Questo è il motivo per cui tantissime persone si informano, oltre che sulle cause e sui sintomi, pure sui tempi necessari alla risoluzione del problema.
Le tempistiche necessarie alla guarigione da una gengivite variano anche in base al grado dell’infiammazione. Infatti in presenza di piorrea potrebbe essere necessario un periodo di terapia più lungo, fermo restando che alcune tecniche – e a tal proposito gli esperti di ExcellenceDentalNetwork offrono una panoramica dei costi della cura per la parodontite con il laser– consentono di accorciare i tempi e ottenere una guarigione rapida.
In linea di massima, è bene essere consapevoli del fatto che, se si ricorre a una terapia antibiotica tempestiva, è possibile dire addio al problema nell’arco di un paio di settimane massimo.
Diverso ovviamente è il caso di un intervento tardivo. In questi frangenti, il rischio è quello di avere a che fare con complicanze fastidiose, come per esempio la perdita dei denti.
Per approcciarsi nel modo giusto alle cure, è necessario fare un piccolo passo indietro e informarsi sui sintomi e sulle cause, in modo da intervenire senza ritardi.
Come capire se si ha la gengivite
Il primo aspetto a cui fare attenzione quando si tratta di capire se si soffre di gengivite riguarda, non a caso, il colore delle gengive. Se, controllandole, si nota una cromia diversa dal solito, tendente al rossastro, vuol dire che, molto probabilmente, c’è un quadro infiammatorio in corso.
Attenzione: non bisogna fermarsi a questo segnale. Esistono altri sintomi da considerare. Tra i principali spiccano l’alitosi, il sanguinamento delle gengive anche a fronte di sollecitazioni minime – per esempio quelle che vengono concretizzate quando ci si lava i denti – la consistenza molle della gengiva e la sensazione di un sapore diverso dal solito in bocca.
Le cause
Anche l’indagine sulle cause della gengivite è importante e permette di raccogliere informazioni per agire nei tempi giusti con la cura. A provocare la gengivite possono intervenire diversi fattori.
Tra queste è possibile citare l’assunzione di alcuni farmaci – nell’elenco, spicca una tipologia di medicinale prescritta ai pazienti epilettici, ossia la difenilidantoina sodica.
Degna di nota è pure l’influenza del diabete mellito. Nei pazienti che soffrono di questa malattia metabolica, è frequente l’insorgenza di quadri infettivi secondari, tra cui la gengivite (il rischio è maggiore nei casi in cui il diabete è scompensato).
Quadri di gengivite possono essere causati o esacerbati dalla gravidanza.
Da non dimenticare è altresì l’influenza di carenze alimentari, in particolar modo dei quadri di ipovitaminosi.
Come trattare la gengivite
Passiamo ora al focus sulle cure della gengivite. Il primo aspetto da considerare è l’igiene orale, chiave della prevenzione più che della cura. Per gestirla al meglio, è opportuno scegliere uno spazzolino di qualità, possibilmente contraddistinto da setole morbide.
I denti andrebbero lavati due o tre volte al giorno, non dimenticandosi di farlo prima di coricarsi.
Essenziale è altresì l’utilizzo del filo interdentale. In alcuni casi, può rendersi necessario pure il ricorso a un colluttorio antisettico, decisivo per eliminare le tracce di placca.
Un doveroso cenno, sempre in ottica di prevenzione, va dedicato all’eliminazione del fumo.
Qualora la gengivite dovesse insorgere, è possibile che lo specialista prescriva dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che aiutano ad alleviare il dolore.
Da non dimenticare è anche la possibilità di ricorrere a rimedi naturali. Premettendo l’importanza di introdurli nella propria quotidianità solo dopo aver consultato il medico, ricordiamo che, nell’elenco, spiccano l’aloe vera, i chiodi di garofano, la calendula, la salvia, la tormentilla e la malva.
