Restaurare opere d’arte: i migliori strumenti per farlo e il percorso da seguire

Quella del restauro di opere d’arte è una delle attività che più caratterizzano il nostro paese; la tradizione della restaurazione di opere del passato accomuna tantissimi appassionati, che permettono...

28 maggio 2024 03:06
Restaurare opere d’arte: i migliori strumenti per farlo e il percorso da seguire -
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Quella del restauro di opere d’arte è una delle attività che più caratterizzano il nostro paese; la tradizione della restaurazione di opere del passato accomuna tantissimi appassionati, che permettono di far vivere e rivivere continuamente alcuni capolavori della nostra storia. Talvolta, i restauri sono realizzati tradendo lo spirito originale - come avvenne ad esempio per il Giudizio Universale di Michelangelo, dove tutte le figure vennero “vestite” - ma, in linea generale, trattasi di un intervento che permette di conservare la lucentezza e la bellezza dell’opera originale. Ma come realizzarlo? Esistono, ovviamente, numerosi strumenti che dovranno essere utilizzati, ma sarà necessario soprattutto seguire un percorso di studi specifico per iniziare ad agire con criterio e cognizione di causa.

Il percorso di studi da seguire per diventare restauratore

Il restauratore di opere d'arte è una figura professionale molto importante, il cui lavoro è sicuramente complesso e, per questo motivo, non ci si può certamente improvvisare a dei lavori in questo campo. Esiste un percorso di studi abilitante, che permette di riuscire a lavorare nell'ambito, considerando che un restauratore di Beni Culturali si occupa, prevalentemente, di dare nuova vita e lucentezza a opere d'arte del passato, conservando il valore storico, artistico e culturale e di oggetti, tele, dipinti, affreschi, sculture e tanto altro. Al di là dell'azione vera e propria, in termini meccanici, il restauratore deve dunque avere piena conoscenza del significato artistico del suo lavoro, in piena aderenza con lo spirito culturale, sociale, umano e politico di un'opera, che appartiene sì al passato ma che è giusto conservi e tutte le sue radici, di cui è pregno. Per questo motivo, diventare un restauratore di beni culturali richiede un percorso specifico regolamentato.

Chi vuole lavorare nell'ambito deve essere abilitato all'esercizio dell'attività di restaurazione, presso un ente pubblico o un'amministrazione, secondo quanto sancito dalla Legge 110 del 22 luglio del 2014, che ha previsto una modifica del codice dei Beni Culturali e del paesaggio con la creazione di Elenchi nazionali dei professionisti competenti. Lo studio può partire da diversi indirizzi, che vanno da un istituto superiore con indirizzo artistico al liceo artistico vero e proprio, ma ciò che importa, successivamente, è che esista un perfezionamento presso l'Accademia di Belle Arti o attraverso Corsi di studio universitari che siano adibiti allo studio dei Beni Culturali, con l'ottenimento di lauree di secondo livello che permettono di lavorare nel campo. Successivamente, sarà possibile perfezionare la propria arte presso istituti dedicati al restauro, che si trovano in alcune delle principali città italiane per condotta artistica, come Torino, Ravenna o Roma.

Gli strumenti per lavorare nell’ambito del restauro

Quando si parla di restauro di un'opera d'arte, ci si può interfacciare con diverse manifestazioni artistiche, che vanno dalla pittura alla scultura, passando per l'affresco: ciò determina anche una certa differenza nell'utilizzo degli strumenti per lavorare nell'ambito del restauro. In linea di massima, gli interventi da realizzare, quando si restaura un opera d'arte, sono la pulitura, il consolidamento, l'integrazione e la finitura superficiale dell'opera. Ciò determina che, in termini generali, si utilizzino strumenti che permettano di eliminare lo sporco e la polvere sull'opera d'arte e oggetti che garantiscono, invece, un rinvigorimento dello stato di conservazione dell'opera d'arte, come la calce idrata per quanto riguarda sculture e opere architettoniche. La parte più complessa del restauro, però, è sicuramente quella dell'integrazione e della finitura: in questi casi si va dai caratteristici pennelli fino ad alcuni strumenti più appuntiti, che permettono di aggiungere soltanto piccolissime quantità di vernici o di sostanze che conferiscono la giusta lucentezza allo stato complessivo dell'opera, tra cui spiccano anche pomate e creme particolari, che non intaccano in alcun modo lo stato della vernice o il colore originario dell'opera d'arte.

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