La Cgil di Udine piange Liliana Pandullo: la storica colonna del sindacato aveva 98 anni
Udine piange Liliana Pandullo, storica militante Cgil e voce dello Spi, scomparsa a 98 anni dopo una vita dedicata ai diritti.
UDINE – Se n’è andata a 98 anni Liliana Pandullo, una delle figure più rappresentative della Cgil friulana e dello Spi, punto di riferimento per generazioni di lavoratori, pensionati e attivisti. Triestina d’origine, ma friulana d'adozione, Liliana ha dedicato al sindacato oltre mezzo secolo di impegno, diventando una presenza discreta ma decisiva nei momenti più importanti della storia territoriale del lavoro.
Dalla giovinezza a Trieste al trasferimento in Friuli
Il percorso professionale di Liliana Pandullo inizia giovanissima all’Inam di Trieste, dove si inserisce subito con forte determinazione. Nel 1959 si trasferisce a Udine insieme al marito, Primo Meozzi, assunto alla Solari e rimasto in azienda fino alla morte prematura avvenuta nel 1971.
Lavoratrice, madre di due figli, Pierpaolo e Giampiero, Liliana inizia il suo cammino sindacale come delegata. È l’inizio di una missione che la porterà a diventare una delle anime della Cgil friulana.
Un impegno lungo cinquant’anni, vissuto con passione e schiettezza
La militanza nella Cgil e nello Spi accompagna praticamente tutta la vita di Liliana. Amava ricordare di essere “vicina al sindacato fin da quando a Trieste c’erano gli americani”, a testimonianza di quanto la sua formazione politica affondi le radici nell’immediato dopoguerra e nella ricostruzione del Paese.
Dopo aver lasciato nel 2017 l’amministrazione dello Spi comprensoriale, non smise di impegnarsi:
ogni giorno raggiungeva in auto la sede della lega pensionati di Tricesimo, dove continuò a fare sportello fino ai 90 anni compiuti. Un esempio raro di dedizione civica, profondamente intrecciato al suo carattere diretto, alla sua schiettezza naturale e alla costante difesa dei diritti delle donne e delle pari opportunità.
Il ricordo di chi ha lavorato con lei
Per molti sindacalisti friulani, Liliana era una guida autorevole, una voce franca e mai scontata.
«Era sempre la prima e spesso l’unica a cui leggevo le mie relazioni per un giudizio e un consiglio», ricorda Gino Dorigo, memoria storica del movimento sindacale regionale.
Dorigo sottolinea anche il ruolo chiave che Pandullo ebbe al fianco di dirigenti del calibro di Severino Cavedoni ed Ennio Balbusso, con i quali non fu mai mera collaboratrice, ma coscienza critica, stimolo, presenza imprescindibile.
Una presenza attiva fino all’ultimo
Negli ultimi anni di vita Liliana era ospite alla Quiete, ma non aveva interrotto il legame con la Cgil:
continuava a seguire le chat interne, a commentare, confrontarsi, talvolta anche ad andare controcorrente, come ricorda Maria Marion, segretaria della lega pensionati del Medio Friuli.
Il suo impegno, la sua lucidità e la sua passione sono rimasti intatti fino agli ultimi giorni, rendendola una figura profondamente amata e rispettata.
L’ultimo saluto
La camera ardente sarà aperta sabato 6 dicembre dalle ore 10 nella casa funeraria Mansutti di Tricesimo, dove amici, colleghi e sindacalisti potranno renderle omaggio.
La cerimonia funebre, in forma laica, si terrà alle 15, sempre nella stessa struttura.