Le carte da gioco trevisane, veneziane o venete sono quelle utilizzate sia in Veneto che in Friuli-Venezia Giulia ed hanno i semi italiani. Tutte le carte del mazzo sono bordate, sia che rappresentino i numeri sia che raffigurino i personaggi. In un primo momento le figure erano rappresentate nella loro interezza, in seguito (le ricerche storiche parlando grossomodo del XIX secolo) divennero a mezzo busto, come nella maggior parte delle carte italiane. Il mazzo trevisano è tra i più lunghi d’Italia, misurando infatti 49×104 millimetri, contendendosi il primato con quello bolognese.
Il numero delle carte trevisane è variabile, esistono infatti mazzi da 52 carte ma anche da 40, a seconda del gioco che si vuole mettere in pratica. Il primo caso risale al XVIII secolo ed oggi sono conservati all’interno del Museo Correr a Venezia. I mazzi attuali riportano il valore della carta nell’angolo a sinistra (nella parte alta della carta) oppure a destra (questa volta nella parte bassa). Ogni asso contiene un motto tipico del luogo di cui era originario lo stampatore. È una tradizione ancora oggi presente nei mazzi e ciò che si legge in quegli attuali rappresentano (con pochissime variazioni) quelli che si affermarono nel corso del XIX secolo.
Per quanto riguarda l’asso di coppe, il motto è “per un punto Martin perse la cappa”; sull’asso di bastoni si può leggere “se ti perdi tuo danno”; l’asso di spade recita “non ti fidar di me se il cuor ti manca” ed infine l’asso di denari narra “non val sapere a chi ha fortuna contra”.
Una delle carte più particolari all’interno di questo mazzo è il fante di spade. In primis nella raffigurazione: sulla carta si presenta come un personaggio barbuto, l’unico rispetto agli altri, e la mani sinistra tiene una testa mozzata. Il soprannome più comune è pampalungo o vecia. La sua importanza si ritrova però in alcuni giochi tipici della regione: se il giocatore rimane con una sola carta e questa è il fante di spade, automaticamente perde. Una denominazione alternativa si ritrova anche per quanto riguarda le carte con il seme denari, chiamati comunemente anche ori. In Veneto e Friuli, il sette ed il dieci di denari vengono chiamate anche belo, termine dialettale che significa bello.
Tra i giochi che si possono praticare si includono tutti i più comuni quali scopa, briscola e tressette, ma non mancano svaghi che sono invece più specifici a seconda delle province. I più tradizionali sono presenti nelle loro versioni online, così come altri passatempi basati sulle carte come il poker o altri che si rifanno alla classica sala da gioco. Si pensi alle slot machine e a vari titoli famosi come la slot “Lord of the Ocean” o “Book of Ra” o “Book of Egypt”. Un gioco invece tipicamente regionale è il Foracio (Foraccio o Scarabocio) dalle regole molto simili alle Scopone: è però necessario il mazzo da 52 carte e non il canonico da 40. Il regolamento è piuttosto semplice: la presa funziona come nel caso della scopa ma a variare è il metodo attraverso il quale si attribuiscono i punteggi. Lo scopo finale del gioco è quello di rimanere senza carte per primo.