BIBIONE. Ritrovati morti questa mattina, domenica 10 novembre 2019, ben quattro esemplari di tartaruga Caretta Caretta sul litorale della costa veneta a Bibione, nella zona del Faro.
Continuano, incessantemente, le attività finalizzate all’accertamento delle cause di morte delle tartarughe da parte del personale dell’azienda Sanitaria in stretta collaborazione con la Guardia Costiera, con i Servizi Veterinari competenti e con i volontari.
La sinergia tra i soggetti coinvolti, consente di intervenire frequentemente su carcasse in buono stato di conservazione, requisito fondamentale ai fini dell’accertamento, in sede di autopsia, delle cause di morte.
I risultati autoptici evidenziano, ancora una volta, l’impatto che le attività dell’uomo hanno nei confronti delle tartarughe marine; infatti, in oltre il 50% degli esemplari esaminati, sono state riscontrate lesioni riconducibili ad attività umane, tra cui alcuni sistemi di pesca e l’impatto con i natanti.
Ricorrenti sono, infatti, le lesioni da impatto con eliche (lo dimostrano le fratture lineari del carapace, le amputazioni) e con reti da pesca (annegamento, occlusione intestinale).
Inoltre, da alcuni anni a questa parte, è frequente il riscontro, in sede autoptica, di residui di plastiche nel tubo digerente, presenti nel 55% degli animali esaminati. In ben tre casi la presenza di frammenti di plastica a livello intestinale è stata identificata quale causa di morte.
Se da un lato, il rilievo di frammenti di plastica visibili ad occhio nudo è abbastanza agevole, lo stesso non può dirsi per le cosiddette microplastiche, difficilmente rilevabili se non con l’impiego di strumenti molto sofisticati.