Dalla rocca al mare, attraverso il patrimonio e le bellezze naturalistiche del Carso e del territorio: questo il tema del mosaico di 12 metri che la Scuola Mosaicisti del Friuli ha realizzato su incarico del Comune per la riqualificazione di piazzetta Montes a Monfalcone, sulla base del bozzetto disegnato dall’architetto Sergio Valcovich.
Un’opera prestigiosa, che permetterà di abbellire un angolo cittadino che necessitava di essere sistemato, nell’ambito della più complessiva azione di sistemazione del centro cittadino attraverso la valorizzazione delle peculiarità locali. Proprio per continuare nel percorso di collaborazione così avviato, il sindaco, Anna Maria Cisint, è stata ieri in visita alla Scuola Mosaicisti a Spilimbergo.
“Il taglio specifico del mosaico riflette la grande attenzione che abbiamo per l’ambiente. Il nostro è un territorio naturalistico di pregio, che merita di essere conosciuto e valorizzato.
Quest’opera, frutto della maestria della Scuola Mosaicisti, ci permetterà inoltre di riqualificare un’importante area del centro storico, nella più generazione azione che stiamo portando avanti con grande impegno per far conoscere e valorizzare le tante peculiarità che Monfalcone può vantare”, ha rimarcato il sindaco, facendo riferimento ai tanti lavori avviati o in partenza per rendere la città più bella e curata.
Proprio con la Scuola di Spilimbergo il sindaco intende avviare una collaborazione più ampia: “Con la Scuola Mosaicisti, che è una delle grandi eccellenze della nostra regione, il Comune ha avviato un ragionamento ampio sulle opportunità anche di crescita professionale dei nostri giovani. Per questo sono andata in visita all’istituto, per iniziare un percorso di collaborazione”.
A seguire il progetto è stata l’assessore comunale all’Ambiente, Sabina Cauci: “L’amministrazione ha voluto una opera artistica che coniughi alla promozione della bellezza e alle azioni antidegrado del centro storico anche un messaggio di attenzione agli elementi naturalistici del ricco territorio monfalconese che include la flora e fauna carsica, la pianura, le zone umide fino al mare, nell’intento della valorizzazione dei paesaggi naturali ma anche con finalità didattiche. Per ciascuna specie vegetale o animale rappresentate artisticamente dall’architetto Sergio Valcovich è fornita una legenda con indicazioni della rispettiva classificazione botanica o zoologica con anche considerazioni sugli effetti sulla salute e anti-inquinamento”. Il mosaico, costato 40mila euro, è stato finanziato anche da Unicomm e Cimolai.
“Monfalcone dal Carso al mare” il titolo dell’opera, formata da quattro pannelli: il primo raffigurante la rocca con l’ambiente carsico, il secondo e il terzo dedicati alla pianura con particolare attenzione per le piante spontanee autoctone, l’ultimo incentrato sulla costa, con il litorale alberato e sabbioso, le barche e la spiaggia. È stato così abbellito il muro perimetrale in calcestruzzo del lato est, che necessitava di riqualificazione.
La competenza tecnica e artistica che può vantare la Scuola Mosaicisti di Spilimbergo ha accresciuto il rilievo a livello nazionale e internazionale del mosaico, unico nel suo genere per il suo contenuto naturalistico. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri anche l’assessore regionale Sebastiano Callari e i vertici della Scuola.
Nei laboratori della Scuola è stato pianificato il lavoro, affidato a più mani ad abili mosaicisti, e si sono svolte le prime fasi di composizione del grande mosaico. Si è scelto di utilizzare per le tessere gli smalti veneziani che hanno colori brillanti e vivaci, particolarmente vibranti alla luce. Tagliate una ad una, le tessere sono state applicate su carta secondo una modalità messa a punto e brevettata in Francia a metà Ottocento dal sequalese Gian Domenico Facchina. A lui l’architetto Charles Garnier affidò la decorazione a mosaico dell’Opéra di Parigi, un compito imponente e gravoso che Facchina, con i suoi collaboratori, portò magistralmente a termine proprio grazie alla tecnica del rovescio su carta.
Trasmessa alla Scuola Mosaicisti del Friuli attraverso un collaboratore del Facchina che fu maestro di mosaico, questa tecnica fu fondamentale quando, negli anni Trenta, alla Scuola fu commissionata la realizzazione di oltre 10.000 mq di mosaici per il Foro Italico, in meno di cinque anni. Venne anche utilizzata per l’impresa decorativa della Chiesa di Santa Irene a Likovrisi-Attikis presso Atene negli anni Ottanta (1160 mq di mosaico che, come nelle antiche chiese bizantine, interessa pareti, pavimenti, archi, volte, altari), un decennio dopo per la cupola, nella parte greco-ortodossa, del Santo Sepolcro a Gerusalemme (345 mq) e l’elenco potrebbe comprendere anche altri incarichi oltreoceano.
Ancor oggi insegnata agli allievi e impiegata dai professionisti che escono dalla Scuola, è una tecnica estremamente versatile che permette l’esecuzione condivisa, il facile trasporto e il rivestimento di vaste superfici. L’opera, arrivata in “fazzoletti” numerati, è stata poi assemblata in loco su adeguati supporti a parete, con il coordinamento dei maestri Luca de Amicis e Francesco Anchora, insieme agli allievi del corso di perfezionamento. Un lavoro artistico e artigianale fatto di cura, pazienza e attenzione, capace di coniugare il sapere della tradizione con le esigenze della vita contemporanea