Cani morsicatori; esemplari acquistati tramite annunci sui social network ma una volta giunti a casa rivelatisi di complessa gestione; amici pelosi di cui il detentore – per seri e comprovati motivi – non può più prendersi cura; cani rimasti soli a causa del decesso del proprietario e conseguente indisponibilità da parte dei parenti prossimi a subentrare nella cura. Sono le tipologie cui afferiscono i cosiddetti cani “ricusati”, quelli per i quali, dopo l’autorizzazione dei competenti uffici comunali cui il padrone deve presentare istanza di ricovero in una struttura pubblica (così dispone la legge regionale per il benessere degli animali d’affezione), si aprono le porte del canile con la speranza di trovare una nuova casa. Nel centro di Tolmezzo, gestito dall’Uti della Carnia per 42 Comuni dell’Alto Friuli, tra il 2018 e i primi mesi del 2019 le ricusazioni sono state una ventina cui si aggiungono 5 ricoveri d’autorità. “Un fenomeno in preoccupante aumento in una realtà piccola come quella della Carnia” rileva il servizio veterinario ufficiale dell’AAS 3, referente sanitario per la struttura. Un’emergenza che ha risvolti anche dal punto di vista gestionale in quanto, a lungo andare, può determinare un sovraffollamento e, quindi, la necessità di ricorrere ad altri spazi, in convenzione, con conseguente aumento dei costi. Spesso, infatti, si tratta di cani con rilevanti problemi comportamentali che li rendono difficilmente adottabili e, quindi, destinati a un lungo periodo di presenza in canile. Una situazione che confligge con il ridimensionamento degli spazi della struttura (e con conseguente riduzione del numero di esemplari da poter accudire) imposto dalle recenti disposizioni normative regionali.
Cosa fare per contenere il fenomeno? Secondo gli esperti è fondamentale ponderare la scelta di introdurre in famiglia un animale a quattro zampe: che si tratti di acquisto o di adozione, alla base è necessario essere consapevoli della decisione e dell’impegno cui si va incontro. Il percorso graduale di conoscenza dell’animale e di educazione al rapporto con l’uomo, qual è quello messo a punto dal canile di Tolmezzo in questi due anni e mezzo grazie anche alla preziosa collaborazione dei volontari Enpa, ha consentito di portare a termine con successo tutti gli iter di adozione. La conoscenza approfondita delle motivazioni alla base della scelta del futuro proprietario, l’individuazione dell’animale più adeguato per razza e temperamento, gli incontri al canile sotto l’occhio vigile di gestori e volontari, il periodo di affido temporaneo a casa, sono le tappe del cammino che può richiedere qualche giorno o periodi più lunghi. Per prevenire l’ingresso nel canile, i proprietari in difficoltà possono richiedere l’aiuto di professionisti, educatori cinofili e volontari con i quali impostare percorsi domestici di rieducazione
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