TRIESTE – Un’operazione di coordinamento tra le Questure di Perugia e Trieste ha portato, nel pomeriggio del 17 giugno, all’arresto di una donna serba evasa poche ore prima da un istituto penitenziario umbro. La cattura è avvenuta in località Duino Aurisina, dopo una segnalazione giunta dalla polizia perugina che aveva rilevato l’allontanamento sospetto dell’autovettura usata per farle perdere le tracce.
La segnalazione dalla questura di Perugia
Tutto ha avuto inizio quando la Questura di Perugia ha trasmesso l’allerta riguardante una vettura in fuga lungo l’A4 con a bordo una persona sospettata di essere una detenuta evasa in mattinata. L’ipotesi investigativa era chiara: si trattava di un piano organizzato per riportare la donna in Serbia. Il centro operativo triestino ha quindi immediatamente attivato pattuglie, commissariati locali, polizia stradale e altri corpi di sicurezza, costruendo una rete di intercettazione sul territorio.
Il fermo nei pressi del casello autostradale
L’auto è stata individuata dalla volante del Commissariato di Duino Aurisina nei pressi del casello di Lisert. A bordo c’erano due cittadini serbo-bosniaci, un uomo e una donna, e un’altra passeggera che tentava di nascondere la propria identità mostrando un documento apparentemente regolare, poi risultato contraffatto. La verifica delle generalità ha permesso agli agenti di confermare che si trattava proprio della persona evasa da Perugia poche ore prima.
Evasione durante un permesso premio
La donna era riuscita a sottrarsi alla sorveglianza approfittando di un permesso premio, beffando il personale dell’istituto di pena. Dopo essere stata prelevata in auto dai due complici, aveva iniziato la sua fuga verso est, nella speranza di oltrepassare il confine e rendere più difficoltosa la sua individuazione.
Arresto e conseguenze per i tre fermati
Una volta accertata l’identità, la fuggitiva è stata arrestata e trasferita nel carcere di Trieste, dove dovrà scontare la lunga pena residua che prevede la detenzione fino al 2042. I due accompagnatori, invece, sono stati denunciati a piede libero con l’accusa di favoreggiamento. Al termine degli accertamenti sono stati rilasciati, ma restano indagati.
Indagini in corso e riservatezza sull’identità
Il procedimento penale è attualmente nella fase delle indagini preliminari. Le responsabilità dei soggetti coinvolti saranno valutate dal tribunale competente. Per motivi di tutela e rispetto della privacy, non sono stati forniti nomi o elementi utili all’identificazione degli indagati.