Città Fiera, domani per il Santo Patrono aperte solo le attività essenziali
È da poco iniziato il 2021 e il clima di emergenza e di estrema incertezza prosegue. Nella giornata di domani 3 febbraio 2021 il centro commerciale Città Fiera di Martignacco in provincia di Udine dov...
È da poco iniziato il 2021 e il clima di emergenza e di estrema incertezza prosegue.
Nella giornata di domani 3 febbraio 2021 il centro commerciale Città Fiera di Martignacco in provincia di Udine dovrà rimanere chiuso ad eccezione delle sole attività essenziali che potranno continuare a lavorare in occasione del Santo Patrono.
Sul delicato tema delle chiusure festive e prefestive ancora una volta il Centro Commerciale si è trovato di fronte alla necessità di dover prendere una decisione anche per i suoi operatori. Per oggi martedì 2 febbraio 2021 il centro potrà rimanere aperto.
Com’è già noto però, la giornata del 3 febbraio è il Santo Patrono del comune di Martignacco, ricorrenza che non ha mai portato con sé negli anni passati celebrazioni particolari.
Quest’anno, ai fini della corretta applicazione delle norme del DPCM 14.01.202, la decisione se la giornata del Santo Patrono sia da ritenere o meno una festività, e come tale prevedere la chiusura del Complesso Commerciale, non è stata facile sia alla luce di interpretazioni discordanti delle Autorità in alcune parti d’Italia che dei consistenti e fondati dubbi giuridici.
Con la sola eccezione dei Patroni della Città di Roma, infatti, il Santo Patrono non è considerato giorno festivo dalla legge dello Stato 260/1949. Inoltre tale ricorrenza è trattata come “festiva” solo nei Contratti Collettivi di Lavoro ai fini del trattamento economico e del diritto alle giornate di riposo del personale dipendente pubblico e privato. Inoltre, importanti sentenze affermano che tale ricorrenza non ha carattere festivo (ad esempio: Corte di Cassazione, sentenze n. 12533/1998 e n. 5895/2015, Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia, Decisione n. 262/2007).
Nell’analisi effettuata dalla Direzione del Centro Commerciale, emerge anche una FAQ della Regione Friuli Venezia Giulia, inerente alla situazione covid-19, che enuncia come le Feste del Santo Patrono non vadano considerate al pari delle domeniche laddove la ricorrenza non coincida con la domenica stessa o con altre giornate festive. Forti della consapevolezza che la situazione economica è sempre più precaria, applicare ulteriori due giornate di chiusura oltre al sabato alla domenica aggraverebbe ulteriormente una situazione difficile.
L’obiettivo prioritario è salvaguardare la salute ed i posti di lavoro di oltre 1700 operatori che meritano chiarezza ed equità nelle scelte. Il tempo dell’emergenza è terminato, la pandemia è diventata la nostra quotidianità e come tale va affrontata con scelte che consentano a tutti di operare. Dobbiamo trovare gli strumenti, in gioco c’è la sopravvivenza dell’intero sistema.
Dichiarazione Antonio Maria Bardelli:
“Stiamo subendo una discriminazione che dal mese di novembre ci vede costretti alla chiusura dei nostri negozi nei weekend a differenza di altre realtà della distribuzione che possono invece aprire. Oltre che aver creato dei ingentissimi danni economici tale discriminazione non ha evitato gli assembramenti. Oggi ci troviamo di nuovo di fronte ad una nuova discriminazione che colpisce esclusivamente Città Fiera e che nessuno di noi capisce nelle motivazioni ma non è stata nemmeno compresa nessuno di quelli che abbiamo interpellato. Il mio appello è dovuto al fatto che nessuno è stato in grado di darci delle valide ragioni per la chiusura nelle giornate 2 e 3 febbraio in occasione del Santo Patrono di Martignacco: vi è il parere favorevole all’aperture del Comune di Martignacco che si è interfacciato con le Amministrazioni regionali competenti e le Direzioni dei comparti Salute, Protezione Civile e Attività Produttive, ma nessuno ci ha dato certezze di incorrere in sanzioni. Questo appello non vuole essere un atteggiamento di sfida a nessuno ma, una richiesta di avere norme e interpretazioni eque e ad un maggiore rispetto del lavoro dei nostri 250 negozi e relativi 1700 dipendenti, lo stesso rispetto che noi abbiamo avuto nei confronti dei nostri colleghi e concorrenti. Mi auguro che il nostro appello venga accolto, ma sono e 19.00 del primo febbraio e non abbiamo nessuna notizia ….. non sarà facile organizzarsi”