Il settore industriale è fondamentale per l’economia italiana e, molto spesso, è al centro dell’attenzione mediatica e di chi si chiede quali siano le differenze tra le varie zone del Bel Paese.
Anche se quando si parla di città industrializzate in Italia viene spontaneo pensare al Nord, è importante segnalare che anche Roma è in crescita da questo punto di vista; infatti negli ultimi anni – e lo si evince anche dalle offerte di lavoro a Roma inerenti al settore industriale – nell’area della capitale stiamo assistendo a una fase di sviluppo piuttosto importante e un aumento della produttività.
Come stanno le cose nel resto del Paese? Scopriamolo nelle prossime righe dell’articolo!
Industrializzazione e produttività in Italia: come stanno le cose?
Per capire come stanno le cose dal punto di vista dell’industrializzazione e della produttività in Italia, in questo momento, bisogna fare un piccolo salto indietro nel tempo al 2015.
Si tratta di un anno di svolta in quanto, in quel periodo, è stato possibile apprezzare, nel Bel Paese, un incremento del livello di produttività lavorativa pari al 2,5% circa. Guardando al quadro specifico delle regioni, il coefficiente più alto è stato registrato nel nord-est, con un aumento del 3,4%.
Parliamo di una zona del Paese dove lo stipendio medio a lavoratore è di circa 2000 euro al mese, una somma di gran lunga superiore alla media nazionale (il dato in questione, secondo i dati dell’Osservatorio Job Princing relativi al 2022, attualmente si assesta attorno ai 1600 euro mensili).
La Lombardia è in testa alla classifica della produttività lavorativa e dell’industrializzazione in Italia. La Regione, infatti, contribuisce con circa 17 miliardi di euro al PIL europeo.
Tornando ai cambiamenti che hanno caratterizzato i dati relativi alla produttività e al livello di industrializzazione in Italia, è bene ricordare che, nel 2016, il valore aggiunto di circa il 41% della produzione industriale dei Comuni italiani ha superato la media nazionale. Le performance migliori sotto questo punto di vista sono state registrate in Friuli Venezia Giulia e in Veneto.
Sai qual è la città più industrializzata in Italia?
Sulla base degli ultimi dati ISTAT relativi ai dati economici delle piccole e medie imprese locali, il Lazio è passato, su scala nazionale, dal terzo al secondo posto nella classifica del valore aggiunto, che è il risultato della differenza tra il valore della produzione di beni e servizi concretizzato dalle aziende e quello dei beni e dei servizi dalle stesse consumati.
Nelle Regioni nord-orientali del Bel Paese, invece, è stato possibile parlare di un aumento della produttività più costante.
Il Veneto, una delle Regioni settentrionali simbolo dell’eccellenza italiana dal punto di vista economico e industriale in particolare, ha visto il suo PIL superato da quello del Lazio, dove il dato appena citato è recentemente aumentato dell’8,3% circa.
A sorprendere, però, sono i numeri del Molise, dove si registra la crescita più consistente.
Guardando ai dati del 2015, infatti, la Regione in questione è stata interessata da una variazione consistente della produttività lavorativa, con un aumento che, ai tempi, si assestava attorno al 6%.
A cosa è dovuto questo quadro positivo? Secondo gli esperti, alla sostanziale stabilità del numero di occupati nel settore industriale.
Nulla di strano se si pensa che il Molise è una Regione del Mezzogiorno, zona del Paese dove si trovano realtà produttive grazie alle quali è possibile apprezzare la generazione di oltre il 50% del valore aggiunto di tutti i settori dell’economia su scala nazionale.
In primo piano tra le suddette attività si trovano quelle marittime e legate alla gestione dei porti, per non parlare del mondo del turismo e di aziende come i villaggi vacanze.
Per quanto riguarda queste ultime e tutto il giro d’affari generato dalla gestione dei luoghi della cultura, Sardegna, Puglia e Sicilia sono in cima alla lista delle terre che fanno la differenza per tutto il sud.