Come battere l’inflazione e non perdere il potere d’acquisto
L'inflazione continua a salire: nonostante negli ultimi mesi, i dati dell’indice nazionale dei prezzi al consumo pubblicati dall’Istat, indichino un rallentamento dei rincari, si stima che, entro la f...
L'inflazione continua a salire: nonostante negli ultimi mesi, i dati dell’indice nazionale dei prezzi al consumo pubblicati dall’Istat, indichino un rallentamento dei rincari, si stima che, entro la fine del 2023, l'inflazione subirà un aumento del 5,9%.
A causare gli aumenti sono in particolare i rialzi dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+10,4%), dovuti a una serie di fattori legati ai cambiamenti climatici. Coldiretti, infatti, ha fatto notare, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, che i prolungati mesi di siccità dell'inverno scorso e della primavera a cui è seguita l’alluvione in Emilia-Romagna, hanno ridotto il raccolto di prodotti ortofrutticoli del 30%.
Restano alti anche il costo del carburanti e le soluzioni di finanziamento per i prestiti e i mutui; la conseguenza inevitabile è l'innalzamento dei tassi d'interesse della Banca Centrale Europea (BCE), che però sta lavorando a misure in grado di rallentare la corsa dei prezzi.
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Valute estere, spread e tradingIn una congiuntura economica come quella attuale, quali sono gli strumenti finanziari che possono contribuire a difendere il potere d’acquisto e a incentivare il trading? Uno strumento spesso utilizzato dagli investitori riguarda la conservazione del valore delle valute estere.
Conservare il valore di un’altra moneta, significa acquistarla in una fase di rafforzamento in corso, come avvenuto al dollaro degli Stati Uniti (USD) che, in tempi recenti, ha raggiunto la parità con l’euro, addirittura superandolo in alcuni frangenti.
Seguendo una strategia focalizzata sul lungo periodo invece, una moneta estera può essere acquistata in una fase di debolezza rispetto all’euro, consultando gli aggiornamenti sui tassi di cambio. In questo caso, la valuta estera, ad esempio la sterlina inglese (GBP), va acquistata quando il suo valore si riduce rispetto all’euro per poi essere rivenduta quando si rafforzerà.
Tale dinamica permette di conservare il potere di acquisto per il semplice fatto che, al termine dell’operazione di conversione, si ottiene una plusvalenza, cioè una somma maggiore in euro rispetto a quella inizialmente impegnata.
Un altro strumento utile per fare trading, nonostante l'inflazione, è quello di affidarsi a broker affidabili, piattaforme digitali sulle quali poter diversificare il proprio portafoglio con una protezione del saldo negativo e un'assicurazione sui fondi avanzata.
Investitori e risparmiatori possono oggi avvalersi anche dei conti deposito, un'ulteriore soluzione che protegge i loro fondi, mantenendo un livello più basso dei tassi d'interesse bancari. Andiamo a scoprirne di più.
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I conti di deposito fruttiferiIn apertura, avevamo accennato alla decisione della BCE, in termini di politica monetaria, di condurre una serie di rialzi progressivi dei tassi di interesse sul costo del denaro, al fine di porre un freno all’inflazione. Se da un lato, la scelta incide negativamente sui costi per i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, dall’altra, favorisce i risparmiatori che depositano denaro contante sui conti deposito.
A differenza del conto corrente, il conto deposito vincola la liquidità depositata permettendo alla banca di finanziarsi a tassi più bassi e al risparmiatore di ottenere un tasso di interesse attivo sulle somme. Il tasso di interesse attivo, al lordo delle ritenute fiscali, riesce ad alleggerire gli effetti dell’inflazione, perché aumenta nel tempo il valore del denaro vincolato.
Attualmente alcune banche offrono ai risparmiatori conti deposito con un tasso di interesse lordo compreso tra lo 0,50% e il 4,75%. I rendimenti più alti si ottengono vincolando la somma per un minimo di 60 mesi, tuttavia non mancano le soluzioni che propongono il 4% lordo con un vincolo di soli 12 mesi.
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