CORNUDA (TV) – Un piano partecipato, scientifico e sostenibile per riportare le querce al centro del Bosco del Fagarè, uno dei polmoni verdi più preziosi dell’area collinare trevigiana. Si chiama “Quercon” il progetto avviato ufficialmente con la conferenza stampa di giovedì 10 luglio, e nasce dalla volontà del Comune di Cornuda di rispondere in modo concreto al degrado ecologico che minaccia uno dei boschi collinari più rari del Veneto. Cofinanziato dal Complemento regionale per lo sviluppo rurale legato alla PAC 2023–2027, il piano mira a invertire il declino della biodiversità, avviando interventi di selvicoltura attiva, educazione ambientale e coinvolgimento cittadino.

Una nuova vita per le querce del Fagarè
Il Bosco del Fagarè, 150 ettari di bosco collinare indiviso tra Cornuda e Crocetta del Montello, è caratterizzato da una vegetazione dominata un tempo da farnia e rovere, due specie oggi in netta regressione a causa della scarsa rinnovazione naturale. Quercon interviene su 10 ettari selezionati, dove saranno eseguite piantumazioni mirate, diradamenti selettivi e tutela degli esemplari più sani, favorendo la disseminazione naturale delle querce. In parallelo, saranno avviati monitoraggi scientifici della biodiversità, con un focus sugli insetti e sugli equilibri ecologici del bosco.
Il sindaco Enrico Gallina ha sottolineato come il progetto rappresenti «una risposta concreta alla perdita di identità del nostro bosco storico. Con Quercon vogliamo coinvolgere i cittadini nella cura diretta del loro ambiente». Un’opportunità per trasformare una sfida ambientale in occasione educativa e culturale. Se ami passeggiare tra i boschi del Veneto e Friuli qui trovi un articolo.

Partecipazione civica e scienza al servizio del bosco
Il progetto Quercon si distingue anche per l’approccio partecipativo. Scuole, associazioni, università della terza età, centri per persone con disabilità e semplici cittadini saranno coinvolti in una serie di attività: dai percorsi di citizen science ai bioblitz, passando per i laboratori “peer to peer” che trasformeranno gli studenti in guide del bosco. Iniziative come “Adotta un albero” rafforzeranno il legame affettivo e simbolico tra la popolazione e il patrimonio forestale.
L’assessore comunale Claudio Sartor ha evidenziato come Quercon rappresenti un esempio virtuoso di cura collettiva del territorio: «Sarà la nostra comunità a rigenerare il bosco. Un gesto che guarda al futuro». Il progetto si propone infatti di riattivare il senso di appartenenza e di consapevolezza ecologica, contrastando la visione riduttiva del bosco come semplice luogo ricreativo.

Un modello replicabile di gestione forestale condivisa
Attualmente il Bosco del Fagarè non è oggetto di una gestione regolare: gli interventi si sono limitati a tagli fitosanitari sporadici, privi di un disegno d’insieme. Quercon punta invece a introdurre un modello di gestione sostenibile e scientificamente fondato, che possa diventare replicabile in altri contesti analoghi. I dati raccolti grazie al progetto serviranno non solo alla tutela locale, ma anche per orientare le politiche forestali regionali nei prossimi anni.
Tra gli obiettivi: fermare la perdita di biodiversità, rafforzare la resilienza agli eventi climatici estremi, migliorare la struttura del bosco e contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Ma non solo: Quercon diventa anche strumento di inclusione sociale, occupazione verde e valorizzazione dei territori rurali. Se ami la natura e i suoi percorsi per camminare leggi qui.
I partner del progetto Quercon
Alla guida operativa del progetto troviamo il dott. Roberto Rasera, tecnico forestale, supportato da esperti del Dipartimento TESAF dell’Università di Padova. Gli interventi selvicolturali saranno eseguiti dalla Rizzotto Stiven Lavori Boschivi di Pederobba, mentre per l’attività didattica è stato coinvolto il Museo Civico di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna. Tra i partner anche la WBA Project Srl di Verona, il WWF Terre del Piave TV-BL e il Circolo Legambiente Piavenire APS, che contribuiranno alle attività di divulgazione e formazione.
Quercon si configura quindi come un progetto pilota, destinato a lasciare un segno profondo nel modo in cui si vive, protegge e gestisce il bosco. Un modello di partecipazione attiva e scienza applicata, che unisce il rispetto della tradizione alla visione per il futuro.