Il calo in Friuli Venezia Giulia dei contagi da Covid-19 nell’ultima settimana, al netto dei casi pregressi provenienti dai laboratori privati, e una serie di importanti risultati sul piano della ricerca conseguiti dalle strutture del sistema sanitario regionale e da aziende del territorio. Tra questi studi, la promettente applicazione che consente l’esame del cosiddetto tampone attraverso la saliva, senza la necessità di una procedura invasiva per il prelievo e la presenza di personale sanitario.
Così il governatore Massimiliano Fedriga, oggi a Trieste, nel corso dell’incontro settimanale con la stampa dedicato all’emergenza coronavirus in regione. Precisando che il calo di positività registrato nell’ultima settimana rispetto a quella precedente non influisce direttamente sull’indice Rt per la definizione delle misure restrittive, Fedriga ha manifestato un prudente ottimismo sull’eventuale cambiamento per il Friuli Venezia Giulia da zona arancione a zona gialla.
“Nel caso ciò accadesse – ha detto il governatore – non sarebbe un ‘liberi tutti’, perché sappiamo quanto sia importante mantenere un comportamento responsabile e coerente a quelle che sono le regole per impedire la diffusione del contagio”. Sul fronte dei passi in avanti compiuti dalle realtà scientifiche del territorio nel contrasto al Covid, Fedriga ha ricordato il ‘Protocollo Trieste’ adottato dal professor Confalonieri all’Ospedale di Cattinara che prevede l’uso del cortisone. “Una metodologia di cura che si è conquistata una fama internazionale”.
Altro potenziale successo della ricerca targata Fvg quello dell’uso di un farmaco antiparassitario, privo di effetti collaterali, che potrebbe fungere da profilassi per il Covid, ovvero la cui assunzione inibirebbe l’esplosione della carica virale. Lo studio, guidato sempre dal professor Confalonieri, è portato avanti dall’Università di Trieste e sta iniziando il suo percorso di sperimentazione e verrà testato su gruppi di soggetti più fragili.
Infine Fedriga ha illustrato il lavoro compiuto da un’impresa di Udine, testato nei laboratori dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, per il prelievo dell’Rna del virus (come il classico tampone) direttamente attraverso la saliva. “Questo – ha detto il governatore – rappresenterebbe una svolta che ci consentirebbe di saltare la fase invasiva del test che attualmente prevede l’impiego del personale sanitario”. A tal riguardo lo stesso governatore ha sottolineato che una prima sperimentazione, guidata dal professor Francesco Curcio dell’Ospedale di Udine, applicata su 95 positivi ha registrato un allineamento dell’esito al 100 per cento, con margini di precisione ancora maggiori rispetto all’attuale sistema di prelievo.
L’uso di questo test salivare viene sperimentato oggi nello screening in corso sugli abitanti del comune di Paularo. Da parte sua, infine, il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha ribadito le 683 assunzioni fatte dal Ssr per fronte all’emergenza, rimarcando altresì come la tipologia dei contratti di lavoro (a termine) dipendano dalla normativa nazionale e dal termine temporale dello stato emergenza fissato dal Governo.
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